[58] Ἔστι δὲ καὶ εἰς τοῦτον ἡμῶν ἐπιγράμματα τοῦτον ἔχοντα τὸν τρόπον (A. Pal. VII. 97)˙

οὐ μόνον ἐς Πέρσας ἀνέβη Ξενοφῶν διὰ Κῦρον,
ἀλλ' ἄνοδον ζητῶν ἐς Διὸς ἥτις ἄγοι,
παιδείης γάρ ἑῆς Ἑλληνικὰ πράγματα δείξας,
ὡς καλὸν ἡ σοφίη μνήσατο Σωκράτεος.

ἄλλο, ὡς ἐτελεύτα (A. Pal. VII. 98)˙

εἰ καὶ σέ, Ξενοφῶν, Κραναοῦ Κέκροπός τε πολῖται
φεύγειν κατέγνων, τοῦ φίλου χάριν Κύρου˙
ἀλλὰ Κόρινθος ἔδεκτο φιλόξενος, ᾗ σὺ φιληδῶν
οὕτως ἀρέσκῃ˙ κεῖθι καὶ μένειν ἔγνως.

[58] Per lui ci sono nostri epigrammi. Uno così: 187*

Senofonte s'inoltrò fra i Persiani, non solo perché chiamato da Ciro, ma anche perché cercava di salire per la via che conduce a Zeus. Poiché mostrò che le imprese dei Greci erano il risultato della sua educazione, egli rese omaggio alla bellezza della sapienza di Socrate. 188*

L'altro per la sua morte: 189*

Se, o Senofonte, i cittadini di Cranao e di Cecrope ti condannarono all'esilio per la tua amicizia con Ciro, Corinto ospitale t'accolse, delle cui delizie tu godesti contento; là tu avevi deciso di riposare per sempre.