[60] Οὗτος διὰ τὴν ἀπάθειαν καὶ εὐκολίαν τοῦ βίου Εὐδαιμονικὸς ἐκαλεῖτο˙ καὶ ἦν ἐκ τοῦ ῥᾴστου δυνατὸς σωφρονίζειν. τὸν γοῦν Ἀλέξανδρον οἰόμενον εἶναι θεὸν ἐπέστρεψεν˙ ἐπειδὴ γὰρ ἔκ τινος πληγῆς εἶδεν αὐτῷ καταρρέον αἷμα, δείξας τῇ χειρὶ πρὸς αὐτόν φησι,


"τουτὶ μὲν αἷμα καὶ οὐκ (Il. E 340)
ἰχὼρ οἷός πέρ τε ῥέει μακάρεσσι θεοῖσι."

Πλούταρχος (Alex. XXVIII. 1) δ' αὐτὸν Ἀλέξανδρον τοῦτο λέξαι πρὸς τοὺς φίλους φησίν. ἀλλὰ καὶ ἄλλοτε προπίνοντα αὐτῷ τὸν Ἀνάξαρχον δεῖξαι τὴν κύλικα καὶ εἰπεῖν (E. Or. 271)

βεβλήσεταί τις θεῶν βροτησίᾳ χερί.

[60] Costui per il suo temperamento apatico e la sua vita serena e contenta era chiamato 'l'Eudemonico' (l'uomo felice). Ed era anche capace d'indurre gli uomini alla moderazione nel modo più facile possibile. In ogni modo, gli riuscì di far ricredere Alessandro che pensava di essere un dio. Infatti, quando gli vide scorrere il sangue per una ferita riportata, gli puntò il dito e disse:

Questo è sangue e non l'icore che scorre nelle vene degli dèi beati. 202*

Plutarco, 203* invece, racconta che fu lo stesso Alessandro a dir questo ai suoi amici. Tuttavia però anche un'altra volta Anassarco brindando alla salute di Alessandro levò la coppa e disse: 204*

Uno degli dèi sarà colpito da un mortale.