[63] ἐκπατεῖν τε αὐτὸν καὶ ἐρημάζειν, σπανίως ποτ' ἐπιφαινόμενον τοῖς οἴκοι. τοῦτο δὲ ποιεῖν ἀκούσαντα Ἰνδοῦ τινος ὀνειδίζοντος Ἀναξάρχῳ ὡς οὐκ ἂν ἕτερόν τινα διδάξαι οὗτος ἀγαθόν, αὐτὸς αὐλὰς βασιλικὰς θεραπεύων. ἀεί τ' εἶναι ἐν τῷ αὐτῷ καταστήματι, ὥστ' εἰ καί τις αὐτὸν καταλίποι μεταξὺ λέγοντα, αὑτῷ διαπεραίνειν τὸν λόγον, καίτοι κεκινημένον τε 〈***〉 ὄντα ἐν νεότητι.


πολλάκις, φησί, καὶ ἀπεδήμει, μηδενὶ προειπών, καὶ συνερρέμβετο οἷστισιν ἤθελεν. καί ποτ' Ἀναξάρχου εἰς τέλμα ἐμπεσόντος, παρῆλθεν οὐ βοηθήσας˙ τινῶν δὲ αἰτιωμένων, αὐτὸς Ἀνάξαρχος ἐπῄνει τὸ ἀδιάφορον καὶ ἄστοργον αὐτοῦ.

[63] Si ritirava dal mondo e cercava la solitudine tranquilla, così che raramente si mostrava a quelli di casa. Si comportava così, perché aveva udito un indiano rimproverare Anassarco, dicendogli che mai avrebbe potuto istruire qualcuno ad essere migliore, dal momento che egli stesso frequentava le corti regali ed ossequiava i re. Non perdeva mai la sua compostezza, così che se qualcuno lo piantava nel mezzo del discorso, egli lo finiva per conto suo, benché in giovinezza fosse stato piuttosto facilmente irritabile. 212* Spesso - narra lo stesso Antigono - si allontanava di casa senza preavvertire nessuno e andava vagabondando con chi voleva. Quando una volta Anassarco cadde in un pantano, Pirrone continuò la sua strada senza aiutarlo. Qualcuno gli rimproverò un tal comportamento, ma Anassarco stesso lodò la sua indifferenza e la sua impassibilità.