[7] καί ποτε καὶ Φρύνην τὴν ἑταίραν ἐθελῆσαι πειρᾶσαι αὐτόν, καὶ δῆθεν διωκομένην ὑπό τινων καταφυγεῖν εἰς τὸ οἰκίδιον. τὸν δὲ ἕνεκα τοῦ ἀνθρωπίνου εἰσδέξασθαι, καὶ ἑνὸς ὄντος κλινιδίου δεομένῃ μεταδοῦναι τῆς κατακλίσεως˙ καὶ τέλος πολλὰ ἐκλιπαροῦσαν ἄπρακτον ἀναστῆναι. λέγειν τε πρὸς τοὺς πυνθανομένους ὡς οὐκ ἀπ' ἀνδρός, ἀλλ' ἀπ' ἀνδριάντος ἀνασταίη.

ἔνιοι δὲ Λαΐδα φασὶ παρακατακλῖναι αὐτῷ τοὺς μαθητάς˙ τὸν δὲ οὕτως εἶναι ἐγκρατῆ ὥστε καὶ τομὰς καὶ καύσεις πολλάκις ὑπομεῖναι περὶ τὸ αἰδοῖον. ἦν δὲ καὶ ἀξιόπιστος σφόδρα, ὥστε μὴ ἐξὸν ἀνώμοτον μαρτυρεῖν, τούτῳ μόνῳ συνεχώρουν Ἀθηναῖοι.

[7] Una volta l'etera Frine volle tentarlo: dando ad intendere di essere inseguita da qualcuno, si rifugiò nella sua modesta abitazione. Senocrate per umanità l'accolse e divise con lei l'unico piccolo letto che aveva. Alla fine, dopo aver molto e inutilmente insistito, ella si levò e andò via, dicendo a chi glielo chiedeva che aveva lasciato non un uomo, ma una statua.
Altri raccontano che i suoi discepoli gli fecero trovare nel letto Laide, che egli però era così castigato che più di una volta si lasciò amputare e cauterizzare il sesso. Ispirava tanta fiducia, che a lui solo gli Ateniesi consentivano di testimoniare senza prestar giuramento.