[71] Τῶν δ' οὐχ ἁπλῶν ἀξιωμάτων συνημμένον μέν ἐστιν, ὡς ὁ Χρύσιππος ἐν τοῖς Διαλεκτικοῖς 〈ὅροις〉 φησι καὶ Διογένης ἐν τῇ Διαλεκτικῇ τέχνῃ, τὸ συνεστὸς διὰ τοῦ "εἰ" συναπτικοῦ συνδέσμου.

ἐπαγγέλλεται δ' ὁ σύνδεσμος οὗτος ἀκολουθεῖν τὸ δεύτερον τῷ πρώτῳ, οἷον "εἰ ἡμέρα ἐστί, φῶς ἐστι." παρασυνημμένον δέ ἐστιν, ὡς ὁ Κρῖνίς φησιν ἐν τῇ Διαλεκτικῇ τέχνῃ, ἀξίωμα ὃ ὑπὸ τοῦ "ἐπεί" συνδέσμου παρασυνῆπται ἀρχόμενον ἀπ' ἀξιώματος καὶ λῆγον εἰς ἀξίωμα, οἷον "ἐπεὶ ἡμέρα ἐστί, φῶς ἐστιν."
ἐπαγγέλλεται δ' ὁ σύνδεσμος ἀκολουθεῖν τε τὸ δεύτερον τῷ πρώτῳ καὶ τὸ πρῶτον ὑφεστάναι.

[71] Delle proposizioni non semplici quella ipoteticamente congiunta, come dicono Crisippo nelle Definizioni dialettiche 126* e Diogene nell'Arte dialettica, è quella formata dalla congiunzione 'se' (εἰ).
Questa congiunzione preannunzia che una seconda parte segue alla prima, così: 'se è giorno, c'è luce'. La proposizione assertivamente congiunta è, secondo la definizione di Crini nell'Arte dialettica, quella che è introdotta dalla congiunzione 'poiché'
(ἐπεί) e consiste di un enunziato iniziale e di un enunziato finale. Così: 'poiché è giorno, c'è luce'.
Questa congiunzione preannunzia che ad una prima parte segue una seconda e che la prima parte ha il valore reale di un giudizio (di una proposizione).