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[4] ἀλλὰ καὶ οἱ περὶ Ποσειδώνιον τὸν Στωικὸν καὶ Νικόλαος καὶ Σωτίων ἐν τοῖς δώδεκα τῶν ἐπιγραφομένων Διοκλείων ἐλέγχων, ἅ ἐστι περὶ τῆς εἰκάδος, καὶ Διονύσιος ὁ Ἁλικαρνασσεύς (fg. 37 Us.-Rad.). καὶ γὰρ σὺν τῇ μητρὶ περιιόντα αὐτὸν ἐς τὰ οἰκίδια καθαρμοὺς ἀναγινώσκειν, καὶ σὺν τῷ πατρὶ γράμματα διδάσκειν λυπροῦ τινος μισθαρίου. ἀλλὰ καὶ τῶν ἀδελφῶν ἕνα προαγωγεύειν, καὶ Λεοντίῳ συνεῖναι τῇ ἑταίρᾳ. τὰ δὲ Δημοκρίτου περὶ τῶν ἀτόμων καὶ Ἀριστίππου περὶ τῆς ἡδονῆς ὡς ἴδια λέγειν.

μὴ εἶναί τε γνησίως ἀστόν, ὡς Τιμοκράτης φησὶ καὶ Ἡρόδοτος ἐν τῷ Περὶ Ἐπικούρου ἐφηβείας. Μιθρῆν τε αἰσχρῶς κολακεύειν (fg. 148 Us.) τὸν Λυσιμάχου διοικητήν, ἐν ταῖς ἐπιστολαῖς Παιᾶνα καὶ ἄνακτα καλοῦντα˙

[4] Furono suoi calunniatori anche Posidonio stoico e la sua scuola e Nicola e Sozione nel dodicesimo libro dell'opera intitolata Confutazioni dioclee (che consta di ventiquattro libri)¹²* e Dionisio di Alicarnasso.¹³* Secondo costoro, Epicuro, insieme con la madre, andava in giro per le case della povera gente a recitare formule espiatorie e, insieme col padre, faceva il maestro di scuola per una paga irrisoria, ¹⁴* e, inoltre, prostituiva uno dei suoi fratelli e conviveva con l'etera Leonzio, e faceva passare per sue la dottrina atomistica di Democrito e quella edonistica di Aristippo. ¹⁵* Né era legittimo cittadino di Atene, secondo quanto era stato affermato da Timocrate e da Erodoto nel suo libro Sull'efebia di Epicuro. Fu vergognoso adulatore di Mitra, ministro di Lisimaco, e nelle epistole lo chiamava Peana e Sire.