[79] Ἔτι τῶν λόγων οἱ μὲν ἀληθεῖς εἰσιν, οἱ δὲ ψευδεῖς. ἀληθεῖς μὲν οὖν εἰσι λόγοι οἱ δι' ἀληθῶν συνάγοντες, οἷον "εἰ ἡ ἀρετὴ ὠφελεῖ, ἡ κακία βλάπτει." ψευδεῖς δέ εἰσιν οἱ τῶν λημμάτων ἔχοντές τι ψεῦδος ἢ ἀπέραντοι ὄντες, οἷον "εἰ ἡμέρα ἐστί, φῶς ἐστιν˙ ἡμέρα δέ ἐστι˙ ζῇ ἄρα Δίων."

καὶ δυνατοὶ δ' εἰσὶ λόγοι καὶ ἀδύνατοι καὶ ἀναγκαῖοι καὶ οὐκ ἀναγκαῖοι˙ εἰσὶ δὲ καὶ ἀναπόδεικτοί τινες, τῷ μὴ χρῄζειν ἀποδείξεως, ἄλλοι μὲν παρ' ἄλλοις, παρὰ δὲ τῷ Χρυσίππῳ πέντε, δι' ὧν πᾶς λόγος πλέκεται˙ οἵτινες λαμβάνονται ἐπὶ τῶν περαντικῶν καὶ ἐπὶ τῶν συλλογισμῶν καὶ ἐπὶ τῶν τροπικῶν.

[79] Inoltre i ragionamenti si distinguono in veri e falsi. Sono veri ragionamenti quelli che concludono per mezzo di premesse vere. Es.: 'se la virtù giova, il vizio danneggia'. Sono falsi quelli che hanno un errore nelle premesse oppure sono inconcludenti. Es.: 'se è giorno, c'è luce; è giorno, dunque Dione vive'.
Ancora i ragionamenti si distinguono in possibili ed impossibili, necessari e non necessari. Ve ne sono anche alcuni indimostrati, perché non hanno bisogno di essere dimostrati, per mezzo dei quali è costruito ogni argomento: il loro numero non è lo stesso per tutti, ma Crisippo ne enumera cinque. Essi sono usati sia nei ragionamenti specificamente concludenti sia in quelli sillogistici, sia in quelli tropici (ipotetici).