[82] Μόνιμος Συρακόσιος μαθητὴς μὲν Διογένους, οἰκέτης δέ τινος τραπεζίτου Κορινθίου, καθά φησι Σωσικράτης. πρὸς τοῦτον συνεχὲς ἀφικνούμενος ὁ Ξενιάδης ὁ τὸν Διογένην ἐωνημένος τὴν ἀρετὴν αὐτοῦ καὶ τῶν ἔργων καὶ τῶν λόγων διηγούμενος εἰς ἔρωτα τἀνδρὸς ἐνέβαλε τὸν Μόνιμον. αὐτίκα γὰρ ἐκεῖνος μανίαν προσποιηθεὶς τό τε κέρμα διερρίπτει καὶ πᾶν τὸ ἐπὶ τῆς τραπέζης ἀργύριον ἕως αὐτὸν ὁ δεσπότης παρῃτήσατο˙ καὶ ὃς εὐθέως Διογένους ἦν. παρηκολούθησε δὲ καὶ Κράτητι τῷ κυνικῷ συχνὰ καὶ τῶν ὁμοίων εἴχετο, ὅτε καὶ μᾶλλον ὁρῶν αὐτὸν ὁ δεσπότης ἐδόκει μαίνεσθαι.

[82] Monimo, discepolo di Diogene, nacque a Siracusa; secondo Sosicrate, ¹⁵⁴* fu al servizio di un banchiere di Corinto. Presso costui veniva frequentemente Seniade, quello che aveva comprato Diogene, e raccontando la virtù dell'uomo nei fatti e nelle parole, suscitò in Monimo un sentimento d'amore per Diogene. Allora Monimo si finse pazzo e gettava via le monete e tutto il danaro che era sulla tavola del banchiere, finché il padrone lo licenziò: così egli immediatamente si dedicò a Diogene. Seguì molto da vicino anche il cinico Cratete ed ebbe i suoi stessi propositi: a tanto maggior diritto il padrone credeva che fosse pazzo.