[83] Καὶ τοιοῦτοι μὲν ἐν τοῖς λογικοῖς οἱ Στωικοί, ἵνα μάλιστα κρατύνωσι διαλεκτικὸν ἀεὶ εἶναι τὸν σοφόν˙
πάντα γὰρ τὰ πράγματα διὰ τῆς ἐν λόγοις θεωρίας ὁρᾶσθαι, ὅσα τε τοῦ φυσικοῦ τόπου τυγχάνει καὶ αὖ πάλιν ὅσα τοῦ ἠθικοῦ.
εἰς μὲν γὰρ τὸ λογικὸν τί δεῖ λέγειν περί τ' ὀνομάτων ὀρθότητος, ὅπως διέταξαν οἱ νόμοι ἐπὶ τοῖς ἔργοις, οὐκ ἂν ἔχειν εἰπεῖν. δυοῖν δ' οὔσαιν συνηθείαιν ταῖν ὑποπιπτούσαιν τῇ ἀρετῇ, ἡ μὲν τί ἕκαστόν ἐστι τῶν ὄντων σκοπεῖ, ἡ δὲ τί καλεῖται.
καὶ ὧδε μὲν αὐτοῖς ἔχει τὸ λογικόν.
[83] Questa dunque è la Logica degli Stoici, i quali tengono soprattutto ad affermare che unico vero dialettico è il sapiente.
E infatti sostengono che senza una seria preparazione nella Logica, né la Fisica né l'Etica potrebbero essere penetrate nella loro interezza.

Perché la correttezza dei termini nel sapiente è il risultato dello studio della Logica né d'altra parte le disposizioni legislative relative alle azioni degli uomini potrebbero essere intese dal sapiente senza lo studio della Logica. Due distinti campi di indagine sono infatti sottoposti alla Logica: l'uno sulla vera essenza dell'essere, l'altro sulla designazione terminologica dei concetti.

Questo è quanto riguarda la Logica degli Stoici.