[85] Τὴν δὲ πρώτην ὁρμήν φασι τὸ ζῷον ἴσχειν ἐπὶ τὸ τηρεῖν ἑαυτό, οἰκειούσης αὐτὸ τῆς φύσεως ἀπ' ἀρχῆς, καθά φησιν ὁ Χρύσιππος ἐν τῷ πρώτῳ Περὶ τελῶν, πρῶτον οἰκεῖον λέγων εἶναι παντὶ ζῴῳ τὴν αὑτοῦ σύστασιν καὶ τὴν ταύτης συνείδησιν˙ οὔτε γὰρ ἀλλοτριῶσαι εἰκὸς ἦν αὐτὸ αὑτῷ τὸ ζῷον, οὔτε ποιήσασαν αὐτό, μήτε ἀλλοτριῶσαι μήτε οὐκ οἰκειῶσαι.

ἀπολείπεται τοίνυν λέγειν συστησαμένην αὐτὸ οἰκειῶσαι πρὸς ἑαυτό˙ οὕτω γὰρ τά τε βλάπτοντα διωθεῖται καὶ τὰ οἰκεῖα προσίεται. Ὃ δὲ λέγουσί τινες, πρὸς ἡδονὴν γίγνεσθαι τὴν πρώτην ὁρμὴν τοῖς ζῴοις, ψεῦδος ἀποφαίνουσιν.

[85] Essi dicono che il primo impulso dell'essere vivente è quello della conservazione e che gli è stato dispensato dalla natura sin dall'inizio. Crisippo infatti nel primo libro Dei fini sostiene che la prima proprietà di ogni essere vivente è la sua stessa costituzione e la coscienza di essa. Non si può logicamente ammettere né che la natura renda a se stesso estraneo l'essere vivente (altrimenti non l'avrebbe creato) né che lo abbia estraneo né che non l'abbia come creatura propria. 132*
Bisogna dunque dire che la natura che l'ha costruito lo concilia a se stesso come creatura propria; per questo respinge da esso ciò che può danneggiarlo ed accoglie tutto quello che si confà alla sua costituzione. Mostrano che dicono il falso quanti sostengono che il primo impulso degli esseri viventi sia verso il piacere.