[9] Πρὸς τὸ παρασχηματίζον αὑτὸ τῷ πλάστῃ μειράκιον, "εἰπέ μοι," φησίν, "εἰ φωνὴν λάβοι ὁ χαλκός, ἐπὶ τίνι ἂν <οἴει> σεμνυνθῆναι;" τοῦ δ' εἰπόντος, "ἐπὶ κάλλει," "οὐκ αἰσχύνῃ οὖν," ἔφη, "τὰ ὅμοια γεγηθὼς ἀψύχῳ;"


Ποντικοῦ νεανίσκου πολυωρήσειν αὐτοῦ ἐπαγγελλομένου, εἰ τὸ πλοῖον ἀφίκοιτο τῶν ταρίχων, λαβὼν αὐτὸν καὶ θύλακον κενὸν πρὸς ἀλφιτόπωλιν ἧκε καὶ σαξάμενος ἀπῄει˙ τῆς δὲ αἰτούσης τὸ διάφορον, "ὁ νεανίσκος," ἔφη, "δώσει ἐὰν τὸ πλοῖον αὐτοῦ τῶν ταρίχων ἀφίκηται."
Αὐτὸς δὲ καὶ Ἀνύτῳ τῆς φυγῆς αἴτιος γενέσθαι δοκεῖ καὶ Μελήτῳ τοῦ θανάτου.

[9] A un giovinetto che si era dato a far da modello ad un artista, chiese: «Dimmi, se il bronzo assumesse la voce, di che cosa credi che si vanterebbe?» E quello rispose: «Della bellezza». E Antistene: «Non ti vergogni dunque di provare la stessa gioia di una statua?»
Un giovinetto nel Ponto gli promise che avrebbe avuto gran cura di lui, quando fosse giunta la sua nave carica di pesce salato. Allora lo prese con sé e con un sacco vuoto si recò da una venditrice di farina; riempito il sacco, se ne andava. E quando la donna gli chiese i soldi, disse: «Questo giovinetto te li darà, quando giunge il suo carico di pesce salato».

Pare che sia stato il responsabile dell'esilio di Anito e della morte di Meleto.