[86] ἔτι ὁ ἥλιος ἀνίσχων μὲν ἀλλοῖος, μεσουρανῶν δ' οὐχ ὅμοιος. καὶ τὸ αὐτὸ σῶμα ἐν μὲν ἄλσει ἀλλοῖον, ἐν δὲ ψιλῇ γῇ ἕτερον˙ καὶ ἡ εἰκὼν παρὰ τὴν ποιὰν θέσιν, ὅ τε τῆς περιστερᾶς τράχηλος παρὰ τὴν στροφήν. ἐπεὶ οὖν οὐκ ἔνι ἔξω τόπων καὶ θέσεων ταῦτα κατανοῆσαι, ἀγνοεῖται ἡ φύσις αὐτῶν.




Ὄγδοος ὁ παρὰ τὰς ποσότητας αὐτῶν ἢ θερμότητας ἢ ψυχρότητας ἢ ταχύτητας ἢ βραδύτητας ἢ ὠχρότητας ἢ ἑτεροχροιότητας. ὁ γοῦν οἶνος μέτριος μὲν ληφθεὶς ῥώννυσι, πλείων δὲ παρίησιν˙ ὁμοίως καὶ ἡ τροφὴ καὶ τὰ ὅμοια.

[86] Inoltre, il sole quando si leva ha un aspetto diverso che quando è nel mezzo del cielo. E il medesimo corpo appare diverso, secondo che si trovi in un bosco o in un campo aperto. Anche l'immagine varia col variare della posizione dell'oggetto, ed il collo della colomba appare diverso, secondo che è volto in una posizione piuttosto che in un'altra. Poiché, dunque, la conoscenza di queste cose dipende dalle relazioni di spazio e di posizione, la loro propria natura ci sfugge completamente.
L'ottavo tropo si riferisce alle quantità e qualità delle cose, alla molteplicità delle loro condizioni determinate dal caldo o dal freddo, dalla velocità o dalla lentezza, dall'assenza o dalla varietà dei colori. Così il vino, bevuto moderatamente, rafforza l'organismo; bevuto in quantità eccessiva, lo indebolisce; così pure il cibo e simili.