[89] Φύσιν δὲ Χρύσιππος μὲν ἐξακούει, ᾗ ἀκολούθως δεῖ ζῆν, τήν τε κοινὴν καὶ ἰδίως τὴν ἀνθρωπίνην˙ ὁ δὲ Κλεάνθης τὴν κοινὴν μόνην ἐκδέχεται φύσιν, ᾗ ἀκολουθεῖν δεῖ, οὐκέτι δὲ καὶ τὴν ἐπὶ μέρους. Τήν τ' ἀρετὴν διάθεσιν εἶναι ὁμολογουμένην˙ καὶ αὐτὴν δι' αὑτὴν εἶναι αἱρετήν, οὐ διά τινα φόβον ἢ ἐλπίδα ἤ τι τῶν ἔξωθεν˙ ἐν αὐτῇ τ' εἶναι τὴν εὐδαιμονίαν, ἅτ' οὔσῃ ψυχῇ πεποιημένῃ πρὸς τὴν ὁμολογίαν παντὸς τοῦ βίου.

διαστρέφεσθαι δὲ τὸ λογικὸν ζῷον, ποτὲ μὲν διὰ τὰς τῶν ἔξωθεν πραγμάτων πιθανότητας, ποτὲ δὲ διὰ τὴν κατήχησιν τῶν συνόντων˙ ἐπεὶ ἡ φύσις ἀφορμὰς δίδωσιν ἀδιαστρόφους.

[89] Per la natura conformemente alla quale dobbiamo vivere, Crisippo intende sia quella comune sia quella umana nella sua propria particolarità. Cleante invece per la natura che dobbiamo seguire intende solo quella comune e non la natura individuale. Per virtù egli inoltre intende una disposizione spirituale armoniosamente equilibrata, degna di essere scelta in sé e per sé, non per qualche timore o speranza o impulso esterno; nella virtù consiste la felicità e la virtù è come un'anima fatta per realizzare l'armonia di tutta la vita. L'essere razionale devia talvolta da essa, sia quando è sedotto da cose esterne 133* sia quando subisce l'influsso di coloro che frequenta, 134* perché la natura offre punti di partenza non controvertibili né perversi.