[89] ὁ δὲ πρός τι οὐδέν φησι καθ' ἑαυτὸ λαμβάνεσθαι, ἀλλὰ μεθ' ἑτέρου. ὅθεν ἄγνωστα εἶναι.
ὁ δ' ἐξ ὑποθέσεως τρόπος συνίσταται, οἰομένων τινῶν τὰ πρῶτα τῶν πραγμάτων αὐτόθεν δεῖν λαμβάνειν ὡς πιστὰ καὶ μὴ αἰτεῖσθαι˙ ὅ ἐστι μάταιον˙ τὸ ἐναντίον γάρ τις ὑποθήσεται.


ὁ δὲ δι' ἀλλήλων τρόπος συνίσταται ὅταν τὸ ὀφεῖλον τοῦ ζητουμένου πράγματος εἶναι βεβαιωτικὸν χρείαν ἔχῃ τῆς ἐκ τοῦ ζητουμένου πίστεως, οἷον εἰ τὸ εἶναι πόρους τις βεβαιῶν διὰ τὸ ἀπορροίας γίνεσθαι, αὐτὸ τοῦτο παραλαμβάνοι πρὸς βεβαίωσιν το〈ῦ〉 ἀπορροίας γίνεσθαι.
[89] Il terzo - che riguarda la relatività - dichiara che nulla può essere preso in sé e per sé, ma solo in relazione con un'altra cosa. Ne deriva l'inconoscibilità delle cose.
Il quarto - che riguarda l'ipotesi - si fonda sul fatto che alcuni pensano che si devono presupporre i primi fondamenti delle cose immediatamente come fededegni, senza ulteriore dimostrazione. L'inconsistenza di tali premesse è rivelata dal fatto che altri partiranno da ipotesi contrarie.

Il quinto - che riguarda il diallelismo - si verifica allorquando ciò che deve servire come mezzo di conferma della cosa su cui si indaga, ha bisogno di credito proprio dall'oggetto della ricerca, come, per esempio, uno che voglia dimostrare l'esistenza dei pori dalle emanazioni, si serve proprio dell'esistenza dei pori per confermare che avvengono le emanazioni. 249*