[90] ἐκλύεται γὰρ τῷ χρόνῳ τὸ τῆς ψυχῆς κίνημα. λέγουσι δὲ μηδὲ κατὰ ψιλὴν τὴν ὅρασιν ἢ τὴν ἀκοὴν γίνεσθαι ἡδονάς. τῶν γοῦν μιμουμένων θρήνους ἡδέως ἀκούομεν, τῶν δὲ κατ' ἀλήθειαν ἀηδῶς. μέσας τε καταστάσεις ὠνόμαζον ἀηδονίαν καὶ ἀπονίαν.


πολὺ μέντοι τῶν ψυχικῶν τὰς σωματικὰς ἀμείνους εἶναι, καὶ τὰς ὀχλήσεις χείρους τὰς σωματικάς. ὅθεν καὶ ταύταις κολάζεσθαι μᾶλλον τοὺς ἁμαρτάνοντας. χαλεπώτερον γὰρ τὸ πονεῖν, οἰκειότερον δὲ τὸ ἥδεσθαι ὑπελάμβανον. ἔνθεν καὶ πλείονα οἰκονομίαν περὶ θάτερον ἐποιοῦντο. διὸ καὶ καθ' αὑτὴν αἱρετῆς οὔσης τῆς ἡδονῆς τὰ ποιητικὰ ἐνίων ἡδονῶν ὀχληρὰ πολλάκις ἐναντιοῦσθαι˙ ὡς δυσκολώτατον αὐτοῖς φαίνεσθαι τὸ ἀθροισμὸν τῶν ἡδονῶν εὐδαιμονίαν μὴ ποιοῦντα.

[90] Il movimento dell'anima, infatti, si esaurisce col tempo. Essi affermano che il piacere non può derivare dalla semplice vista o udito, ché noi ascoltiamo volentieri l'imitazione dei lamenti, ma malvolentieri i lamenti reali. Chiamavano condizioni intermedie l'assenza di piacere e l'assenza di dolore. I piaceri fisici sono molto preferibili ai piaceri dell'anima e le pene fisiche sono peggiori delle pene spirituali. Perciò i colpevoli sono puniti con i tormenti fisici. Concepivano più duro il soffrire, più conforme alla natura il godere e per questa ragione si prendevano maggior cura del godimento. Fermo restando che il piacere è per se stesso desiderabile, vi sono delle cause generatrici di alcuni piaceri che sono moleste e spesso sono il contrario del piacere, sì che l'accumulo di piaceri che non produce felicità appare loro molto difficile. 242*