[92] τοὺς δ' οἰομένους μὴ δεῖν ἐκ τῶν κατὰ περίστασιν κρίνειν τἀληθὲς μηδ' ἐκ τῶν κατὰ φύσιν νομοθετεῖν, ἔλεγον αὐτοὺς μέτρα τῶν πάντων ὁρίζειν, οὐχ ὁρῶντας ὅτι πᾶν τὸ φαινόμενον κατ' ἀντιπερίστασιν καὶ διάθεσιν φαίνεται. ἤτοι γοῦν πάντ' ἀληθῆ ῥητέον ἢ πάντα ψευδῆ.



εἰ δ' ἔνιά ἐστιν ἀληθῆ 〈ἔνια δὲ ψευδῆ〉, τίνι διακριτέον; οὔτε γὰρ αἰσθήσει τὰ κατ' αἴσθησιν πάντων ἴσων αὐτῇ φαινομένων, οὔτε νοήσει διὰ τὴν αὐτὴν αἰτίαν. ἄλλη δὲ παρὰ ταύτας εἰς ἐπίκρισιν δύναμις οὐχ ὁρᾶται. ὁ οὖν, φασί, περί τινος διαβεβαιούμενος αἰσθητοῦ ἢ νοητοῦ πρότερον ὀφείλει τὰς περὶ τούτου δόξας καταστῆσαι˙ οἱ μὲν γὰρ ταῦτα, οἱ δὲ ταῦτα ἀνῃρήκασι. δεῖ δ' ἢ δι' αἰσθητοῦ ἢ νοητοῦ κριθῆναι, ἑκάτερα δὲ ἀμφισβητεῖται.

[92] Gli Scettici dicevano che coloro che opinavano che non bisogna giudicare il vero secondo i modi delle circostanze e che non bisogna legiferare secondo princìpi naturali, definivano arbitrariamente le misure di tutte le cose, senza osservare che ogni fenomeno appare in relazione a determinate circostanze e in una determinata disposizione. Bisogna, perciò, dire che o tutte le cose sono vere o tutte le cose sono false. Perché se solo alcune sono vere ed altre false, 250* con quale criterio dobbiamo distinguerle? Né con i sensi le cose sensibili perché esse appaiono ai sensi tutte uguali né con la ragione per il medesimo motivo. Oltre questi, non si vede un altro mezzo di discernimento. Chi dunque - dicono gli Scettici - vuole apporre una determinata conferma ad una cosa sensibile o intelligibile, deve prima stabilire le opinioni correnti su di loro, perché chi ha eliminato una teoria, chi un'altra. I mezzi per giudicare sono o i sensi o la ragione, ma sia l'uno sia l'altro mezzo sono sottoposti al dubbio.