[93] τὴν δὲ μεγαλοψυχίαν ἐπιστήμην ἢ ἕξιν ὑπεράνω ποιοῦσαν τῶν συμβαινόντων κοινῇ φαύλῳ τε καὶ σπουδαίῳ˙ τὴν δ' ἐγκράτειαν διάθεσιν ἀνυπέρβατον τῶν κατ' ὀρθὸν λόγον ἢ ἕξιν ἀήττητον ἡδονῶν. τὴν δὲ καρτερίαν ἐπιστήμην ἢ ἕξιν ὧν ἐμμενετέον καὶ μὴ καὶ οὐδετέρων. τὴν δ' ἀγχίνοιαν ἕξιν εὑρετικὴν τοῦ καθήκοντος ἐκ τοῦ παραχρῆμα˙ τὴν δ' εὐβουλίαν ἐπιστήμην τοῦ σκοπεῖσθαι ποῖα καὶ πῶς πράττοντες πράξομεν συμφερόντως.




Ἀνὰ λόγον δὲ καὶ τῶν κακιῶν τὰς μὲν εἶναι πρώτας, τὰς δ' ὑπὸ ταύτας˙ οἷον ἀφροσύνην μὲν καὶ δειλίαν καὶ ἀδικίαν καὶ ἀκολασίαν ἐν ταῖς πρώταις, ἀκρασίαν δὲ καὶ βραδύνοιαν καὶ κακοβουλίαν ἐν ταῖς ὑπὸ ταύτας˙ εἶναι δ' ἀγνοίας τὰς κακίας, ὧν αἱ ἀρεταὶ ἐπιστῆμαι.

[93] La magnanimità è scienza o attitudine che conferisce sia allo stolto sia al virtuoso 139* un'interiore superiorità su tutti gli accidenti della vita; la continenza è disposizione spirituale invincibilmente aderente ai princìpi della retta ragione oppure la capacità di non lasciarsi allettare dai piaceri; la tolleranza è scienza o attitudine che ci mostra in che cosa dobbiamo tener duro e in che cosa non, e in che cosa non val la pena né di tener duro né di non tener duro; la perspicacia è la facoltà di rinvenire una norma conveniente d'azione in ogni circostanza; il buon consiglio è scienza di saper distinguere ciò che si deve fare e il modo in cui si deve fare per agire utilmente.
Naturalmente anche dei vizi alcuni sono primari, altri sono subordinati a questi: così sono vizi primari l'imprudenza, la viltà, l'ingiustizia e l'intemperanza; sono a questi subordinati l'incontinenza, la stupidità, il mal consiglio. Essi inoltre definiscono i vizi come ignoranza di quelle cose, la cui scienza appunto sono le virtù.