[93] οὐ τοίνυν δυνατὸν τὰς περὶ αἰσθητῶν ἢ νοητῶν ἐπικρῖναι δόξας˙ εἴ τε διὰ τὴν ἐν ταῖς νοήσεσι μάχην ἀπιστητέον πᾶσιν, ἀναιρεθήσεται τὸ μέτρον ᾧ δοκεῖ τὰ πάντα διακριβοῦσθαι˙ πᾶν οὖν ἴσον ἡγήσονται. ἔτι, φασίν, ὁ συζητῶν ἡμῖν τὸ φαινόμενον πιστός ἐστιν ἢ οὔ.

εἰ μὲν οὖν πιστός ἐστιν, οὐδὲν ἕξει λέγειν πρὸς τὸν ᾧ φαίνεται τοὐναντίον˙ ὡς γὰρ αὐτὸς πιστός ἐστι τὸ φαινόμενον λέγων, οὕτω καὶ ὁ ἐναντίος˙ εἰ δ' ἄπιστος, καὶ αὐτὸς ἀπιστηθήσεται τὸ φαινόμενον λέγων.
[93] Ma è, d'altra parte, impossibile giudicare le cose sensibili o intelligibili secondo determinate opinioni. E se bisogna negar fede a tutte le cose per il conflitto dei nostri pensieri, si eliminerà così la misura con cui ogni cosa sembra poter essere determinata. Ed essi crederanno, perciò, che tutte le cose sono uguali. Inoltre, soggiungono gli Scettici, colui che ricerca con noi su di un fenomeno o è degno di fede oppure no. Se è degno di fede, egli non avrà nulla da replicare a chi afferma il contrario, perché come egli è degno di fede per quel che dice sul fenomeno, così anche il suo avversario. Se invece è indegno di fede, egli pure non troverà credito per quel che dice sul fenomeno.