[47] Οὐ μὴν οὐδ' ἅμα κατὰ τοὺς διὰ λόγου θεωρητοὺς χρόνους αὐτὸ τὸ φερόμενον σῶμα ἐπὶ τοὺς πλείους τόπους ἀφικνεῖται - ἀδιανόητον γάρ - καὶ τοῦτο συναφικνούμενον ἐν αἰσθητῷ χρόνῳ ὅθεν δήποθεν τοῦ ἀπείρου οὐκ ἐξ οὗ ἂν περιλάβωμεν τὴν φορὰν τόπου ἔσται ἀφιστάμενον˙ ἀντικοπῇ γὰρ ὅμοιον ἔσται, κἂν μέχρι τοσούτου τὸ τάχος τῆς φορᾶς μὴ ἀντικοπὲν καταλίπωμεν.




χρήσιμον δὴ καὶ τοῦτο κατασχεῖν τὸ στοιχεῖον.
εἶθ' ὅτι τὰ εἴδωλα ταῖς λεπτότησιν ἀνυπερβλήτοις κέχρηται οὐθὲν ἀντιμαρτυρεῖ τῶν φαινομένων˙ ὅθεν καὶ τάχη ἀνυπέρβλητα ἔχει, πάντα πόρον σύμμετρον ἔχοντα πρὸς τῷ τῷ ἀπείρῳ αὐτῶν μηθὲν ἀντικόπτειν ἢ ὀλίγα ἀντικόπτειν, πολλαῖς δὲ καὶ ἀπείροις εὐθὺς ἀντικόπτειν τι.

[47] Né invero il corpo che si trova in movimento - almeno secondo le determinazioni del tempo che solo la ragione può vedere - giunge nello stesso tempo in più luoghi - sarebbe infatti inconcepibile -, ma se nel tempo che i nostri sensi percepiscono giunge contemporaneamente, il punto dell'infinito da cui si diparte non coincide col luogo da cui, secondo la nostra facoltà percettiva, ha iniziato il suo movimento. Si verificherà allora qualcosa di simile ad un urto o ostacolo, anche se fino a questo punto noi abbiamo affermato che la velocità del movimento non incontra resistenza alcuna.
Ed è utile tenere ben fisso nella memoria questo principio elementare.

Tutto il mondo fenomenico poi non offre nessuna prova contraria ad ammettere che le immagini
(εἴδωλα) sono di un'insuperabile sottigliezza. Perciò gli idoli hanno anche una velocità insuperabile in quanto trovano tutti i pori adatti al loro passaggio, oltre al fatto che nulla o quasi nulla oppone resistenza all'infinito movimento loro, benché molti atomi, anche in numero illimitato, trovino sùbito qualche resistenza o urto.