[95] Οὗτος τὰ ἑαυτοῦ συγγράμματα κατακαίων, ὥς φησιν Ἑκάτων ἐν πρώτῳ Χρειῶν (Gomoll, fg. 23),  ἐπέλεγε˙ (N2 Adesp. 285)

τάδ' ἔστ' ὀνείρων νερτέρων φαντάσματα,

[οἷον λῆρος]˙ οἱ δ', ὅτι τὰς Θεοφράστου ἀκροάσεις καταφλέγων ἐπέλεγε,


Ἥφαιστε, πρόμολ' ὧδε, πόλις νύ τι σεῖο χατίζει.


οὗτος ἔλεγε τῶν πραγμάτων τὰ μὲν ἀργυρίου ὠνητὰ εἶναι, οἷον οἰκίαν˙ τὰ δὲ χρόνου καὶ ἐπιμελείας, ὡς παιδείαν. τὸν πλοῦτον βλαβερόν, εἰ μή τις ἀξίως αὐτῷ χρῷτο.
Ἐτελεύτα δὲ ὑπὸ γήρως ἑαυτὸν πνίξας.
Μαθηταὶ δ' αὐτοῦ Θεόμβροτος καὶ Κλεομένης, Θεομβρότου Δημήτριος ὁ Ἀλεξανδρεύς, Κλεομένους Τίμαρχος Ἀλεξανδρεὺς καὶ Ἐχεκλῆς Ἐφέσιος˙ οὐ μὴν ἀλλὰ καὶ Ἐχεκλῆς Θεομβρότου διήκουσεν, οὗ Μενέδημος, περὶ οὗ λέξομεν. ἐγένετο καὶ Μένιππος Σινωπεὺς ἐν αὐτοῖς ἐπιφανής.

[95] Come afferma Ecatone nel primo libro delle Sentente (Χρεῖαι), Metrocle bruciò i suoi scritti con le parole: 178*

Questi sono fantasmi di sogni dell'aldilà.

Altri dicono che egli bruciò le lezioni di Teofrasto che egli stesso aveva raccolte, citando il verso: 179*

Vieni innanzi, o Efesio; Teti ora ti cerca.

Cratete insegnava che delle cose alcune si possono procurare col danaro, come una casa, altre col tempo e con la diligenza, come l'educazione. La ricchezza - ammoniva - è dannosa se non se ne sappia far buon uso.
Morì vecchio, essendosi strangolato.
Suoi discepoli furono Teombroto e Cleomene; di Teombroto fu alunno Demetrio di Alessandria e di Cleomene Timarco di Alessandria e Echecle di Efeso, ma Echecle, a dire il vero, fu anche alunno di Teombroto, di cui a sua volta fu alunno Menedemo, di cui diremo. Anche Menippo di Sinope si distinse tra loro.