[10] καὶ ἔχει δὲ ὧδε.

" Ἐπ' Ἀρρενίδου ἄρχοντος, ἐπὶ τῆς Ἀκαμαντίδος πέμπτης πρυτανείας, Μαιμακτηριῶνος δεκάτῃ ὑστέρᾳ, τρίτῃ καὶ εἰκοστῇ τῆς πρυτανείας, ἐκκλησία κυρία, τῶν προέδρων ἐπεψήφισεν Ἵππων Κρατιστοτέλους Ξυπεταιὼν καὶ οἱ συμπρόεδροι, Θράσων Θράσωνος Ἀνακαιεὺς εἶπεν˙

Ἐπειδὴ Ζήνων Μνασέου Κιτιεὺς ἔτη πολλὰ κατὰ φιλοσοφίαν ἐν τῇ πόλει γενόμενος ἔν τε τοῖς λοιποῖς ἀνὴρ ἀγαθὸς ὢν διετέλεσε καὶ τοὺς εἰς σύστασιν αὐτῷ τῶν νέων πορευομένους παρακαλῶν ἐπ' ἀρετὴν καὶ σωφροσύνην παρώρμα πρὸς τὰ βέλτιστα, παράδειγμα τὸν ἴδιον βίον ἐκθεὶς ἅπασιν ἀκόλουθον ὄντα τοῖς λόγοις

[10] Eccolo:

Nell'arcontato di Arrenide, nella quinta pritania della tribù Acamantide, addì 21 del mese Mematterione, 21* nella XXIII assemblea plenaria della pritania, uno dei presidenti, Ippone, figlio di Cratistotele, del demo Sipete ed i suoi colleghi del collegio di presidenza misero ai voti la proposta. Su di essa prese la parola Trasone, figlio di Trasone del demo Anacea.
Poiché Zenone di Cizio, figlio di Mnasea, per molti anni si è dedicato alla filosofia nella città e la sua condotta è stata per ogni riguardo costantemente irreprensibile; poiché esortando i giovani che s'affidavano a lui per essere istruiti alla virtù e alla moderazione, li guidava alle mete più alte indicando come esempio a tutti la sua stessa vita,