[99] Μένιππος, καὶ οὗτος κυνικός, τὸ ἀνέκαθεν ἦν Φοῖνιξ, δοῦλος, ὥς φησιν Ἀχαϊκὸς ἐν Ἠθικοῖς. Διοκλῆς δὲ καὶ τὸν δεσπότην αὐτοῦ Ποντικὸν εἶναι καὶ Βάτωνα καλεῖσθαι. ἀτηρότερον δ' αἰτῶν ὑπὸ φιλαργυρίας ἴσχυσε Θηβαῖος γενέσθαι.

Φέρει μὲν οὖν σπουδαῖον οὐδέν˙ τὰ δὲ βιβλία αὐτοῦ πολλοῦ καταγέλωτος γέμει καί τι ἴσον τοῖς Μελεάγρου τοῦ κατ' αὐτὸν γενομένου. Φησὶ δ' Ἕρμιππος (FHG III. 45) ἡμεροδανειστὴν αὐτὸν γεγονέναι καὶ καλεῖσθαι˙ καὶ γὰρ ναυτικῷ τόκῳ δανείζειν καὶ ἐξενεχυριάζειν, ὥστε πάμπλειστα χρήματα ἀθροίζειν˙

[99] Anche Menippo fu cinico. Proveniva dalla Fenicia ed era servo, come dice Acaico nell'Etica. Diocle riferisce che il suo padrone era del Ponto e si chiamava Batone. Spinto dall'avidità di danaro chiedeva con petulanza ¹⁸⁵* e riuscì a diventare tebano. Non ha nessuna serietà; ¹⁸⁶* i suoi libri rigurgitano di spirito derisorio ed hanno qualche simiglianza con quelli di Meleagro, suo contemporaneo. ¹⁸⁷* Ermippo ¹⁸⁸* attesta che prestava danaro a giornata e che perciò si ebbe il soprannome di emerodaniste (ἡμεροδανειστὴν). Esercitava, infatti, il prestito marittimo ed esigeva i pegni: così accumulò una grandissima quantità di danaro.