[100] ὧν δεδομένων ἐπῆγεν˙ "οὐκοῦν εἴ διαμαρτήσεται." τοιαῦτα ἄττα διερωτῶν ἴσχυε τῷ λόγῳ.
Δοκεῖ δὲ θεὸς κληθῆναι, Στίλπωνος αὐτὸν ἐρωτήσαντος οὕτως˙ "ἆρά γε, Θεόδωρε, ὃ φῂς εἶναι, τοῦτο καὶ εἶ;" ἐπινεύσαντος δέ, "φῂς δ' εἶναι θεόν." τοῦ δ' ὁμολογήσαντος, "θεὸς εἶ ἄρα," ἔφη. δεξαμένου δ' ἀσμένως, γελάσας φησίν, "ἀλλ', ὦ μόχθηρε, τῷ λόγῳ τούτῳ καὶ κολοιὸς ἂν ὁμολογήσειας εἶναι καὶ ἄλλα μυρία."
[100] Dato ciò come premesso, incalzava alla conclusione: «Dunque, se uno indulge al coito in quanto è utile, non erra, né errerà se indulgerà alla bellezza in quanto è utile». Con tali argomentazioni sosteneva il suo punto di vista.
Sembra che sia stato chiamato 'dio'. Una volta Stilpone
262* gli fece questa domanda: «Sei tu, o Teodoro, ciò che dici di essere?» «Sì ». «Dici di essere dio?» «Sì». «Dunque sei dio», concluse. Teodoro rimase soddisfatto e Stilpone con un sorriso: «Ma, o birbone, con questo ragionamento ammetteresti anche di essere un graccio ed altre diecimila cose».