[101] Φύσει τε μὴ εἶναι ἀγαθὸν ἢ κακόν˙ εἰ γάρ τί ἐστι φύσει ἀγαθὸν καὶ κακόν, πᾶσιν ὀφείλει ἀγαθὸν ἢ κακὸν ὑπάρχειν, ὥσπερ ἡ χιὼν πᾶσι ψυχρόν˙ κοινὸν δ' οὐδὲν πάντων ἀγαθὸν ἢ κακόν ἐστιν˙ οὐκ ἄρα ἐστὶ φύσει ἀγαθὸν ἢ κακόν. ἤτοι γὰρ πᾶν τὸ ὑπό τινος δοξαζόμενον ῥητέον ἀγαθὸν ἢ οὐ πᾶν˙ καὶ πᾶν μὲν οὐ ῥητέον, ἐπεὶ τὸ αὐτὸ ὑφ' οὗ μὲν δοξάζεται ἀγαθόν, ὡς ἡ ἡδονὴ ὑπὸ Ἐπικούρου, ὑφ' οὗ δὲ κακόν, ὑπ' Ἀντισθένους.



συμβήσεται τοίνυν τὸ αὐτὸ ἀγαθόν τ' εἶναι καὶ κακόν. εἰ δ' οὐ πᾶν λέγομεν τὸ ὑπό τινος δοξαζόμενον ἀγαθόν, δεήσει ἡμᾶς διακρίνειν τὰς δόξας˙ ὅπερ οὐκ ἐνδεχόμενόν ἐστι διὰ τὴν ἰσοσθένειαν τῶν λόγων. ἄγνωστον οὖν τὸ φύσει ἀγαθόν.

[101] Negano che il bene o il male siano per natura. 253* Ché se per natura vi è qualcosa di buono o di cattivo, deve essere buono o cattivo per tutti, come la neve è fredda per tutti. Ma non v'è nulla che è buono o cattivo per tutti quanti; perciò, per natura, non esiste il bene o il male. Infatti o tutto ciò che è ritenuto tale da uno deve essere detto bene oppure non tutto. Ma certamente non tutto deve dirsi bene, dal momento che una medesima cosa da uno è ritenuta un bene, per esempio, il piacere da Epicuro, da un altro un male, come da Antistene. 254*
Si dovrebbe da ciò dedurre che la medesima cosa è bene e male insieme. Ma se diciamo che non tutto è bene ciò che tale è ritenuto da qualcuno, dovremo distinguere le opinioni correnti, ma questo è impossibile per l'equipollenza delle ragioni.
Perciò il bene, per natura, è inconoscibile.