[102] Ἔστι δὲ καὶ τὸν ὅλον τῆς συναγωγῆς αὐτῶν τρόπον συνιδεῖν ἐκ τῶν ἀπολειφθεισῶν συντάξεων. αὐτὸς μὲν γὰρ ὁ Πύρρων οὐδὲν ἀπέλιπεν, οἱ μέντοι συνήθεις αὐτοῦ Τίμων καὶ Αἰνεσίδημος καὶ Νουμήνιος καὶ Ναυσιφάνης καὶ ἄλλοι τοιοῦτοι.


Οἷς ἀντιλέγοντες οἱ δογματικοί φασιν αὐτοὺς καταλαμβάνεσθαι καὶ δογματίζειν˙ ἐν ᾧ γὰρ δοκοῦσι διελέγχειν καταλαμβάνονται˙ καὶ γὰρ ἐν τῷ αὐτῷ κρατύνουσι καὶ δογματίζουσι. καὶ γὰρ ὅτε φασὶ μηδὲν ὁρίζειν καὶ παντὶ λόγῳ λόγον ἀντικεῖσθαι, αὐτὰ ταῦτα καὶ ὁρίζονται καὶ δογματίζουσι.

[102] È possibile comprendere, dagli scritti che gli Scettici hanno lasciati, tutto intero il modo delle loro deduzioni conclusive. Pirrone, invero, non lasciò nulla di scritto, ma i suoi alunni e compagni nella ricerca Timone, Enesidemo, Numenio, Nausifane ed altri ancora, sì.
I filosofi dogmatici polemizzano con loro sostenendo che non è affatto vero che gli Scettici non comprendono o non dogmatizzano, perché nel momento stesso in cui credono di confutare pervengono ad una comprensione delle cose e, nello stesso tempo, asseverano e dogmatizzano. 255* Così, quando dicono che non definiscono nulla e che ad ogni proposizione se ne contrappone un'altra, essi non solo definiscono, ma dogmatizzano.