Κεφ. θ'.

ΦΑΙΔΩΝ

[105] Φαίδων Ἠλεῖος, τῶν εὐπατριδῶν, συνεάλω τῇ πατρίδι καὶ ἠναγκάσθη στῆναι ἐπ' οἰκήματος˙ ἀλλὰ τὸ θύριον προστιθεὶς μετεῖχε Σωκράτους, ἕως αὐτὸν λυτρώσασθαι τοὺς περὶ Ἀλκιβιάδην ἢ Κρίτωνα προὔτρεψε˙ καὶ τοὐντεῦθεν ἐλευθερίως ἐφιλοσόφει.


Ἱερώνυμος δ' ἐν τῷ Περὶ ἐποχῆς
(Hiller, fg. 1) καθαπτόμενος δοῦλον αὐτὸν εἴρηκε. διαλόγους δὲ συνέγραψε γνησίους μὲν Ζώπυρον, Σίμωνα, καὶ δισταζόμενον Νικίαν, Μήδειον, ὅν φασί τινες Αἰσχίνου, οἱ δὲ Πολυαίνου˙ Ἀντίμαχον ἢ Πρεσβύτας˙ καὶ οὗτος διστάζεται˙ σκυτικοὺς λόγους˙ καὶ τούτους τινὲς Αἰσχίνου φασίν.

Διάδοχος δ' αὐτοῦ Πλείστα〈ι〉νος Ἠλεῖος, καὶ τρίτοι ἀπ' αὐτοῦ οἱ περὶ Μενέδημον τὸν Ἐρετριέα καὶ Ἀσκληπιάδην τὸν Φλιάσιον, μετάγοντες ἀπὸ Στίλπωνος. καὶ ἕως μὲν τούτων Ἠλιακοὶ προσηγορεύοντο, ἀπὸ δὲ Μενεδήμου Ἐρετριακοί˙ περὶ οὗ λέξομεν ὕστερον διὰ τὸ καὶ αὐτὸν κατάρχειν αἱρέσεως.

Capitolo IX

FEDONE

[105] Fedone di Elide, degli Eupatridi, fu catturato insieme con la caduta della sua patria e fu costretto a stare in una casa di malaffare. Ma chiudendo la porta riuscì a prender contatto con Socrate e alla fine, per incitamento di Socrate, Alcibiade e Critone e i loro amici lo riscattarono. Da allora divenne libero e si dedicava alla filosofia.
Ieronimo 273* nella sua opera Sulla sospensione del giudizio con una punta di dileggio lo chiamò schiavo. Dei dialoghi che vanno sotto il suo nome lo Zopiro e il Simone sono genuini, il Nicia è dubbio, il Medio 274* da alcuni è attribuito ad Eschine, da altri a Polieno; 275* anche dell'Antimaco o I vecchi si dubita. Scrisse anche Colloqui di ciabattini, che alcuni attribuiscono a Eschine.
Suo successore fu Plisteno 276* di Elide, a cui successero una generazione più tardi Menedemo di Eretria e Asclepiade di Fliunte, che provenivano da Stilpone. 277* Fino ad allora la scuola era chiamata di Elide, ma da Menedemo in poi fu chiamata scuola di Eretria. Di Menedemo parleremo dopo, perché anch'egli diede inizio ad una scuola filosofica.