[106] Εὐκλείδης ἀπὸ Μεγάρων τῶν πρὸς Ἰσθμῷ, ἢ Γελῶος κατ' ἐνίους, ὥς φησιν Ἀλέξανδρος ἐν Διαδοχαῖς (FGrH 273 F 87). οὗτος καὶ τὰ Παρμενίδεια μετεχειρίζετο, καὶ οἱ ἀπ' αὐτοῦ Μεγαρικοὶ προσηγορεύοντο, εἶτ' ἐριστικοί, ὕστερον δὲ διαλεκτικοί, οὓς οὕτως ὠνόμασε πρῶτος Διονύσιος ὁ Χαλκηδόνιος διὰ τὸ πρὸς ἐρώτησιν καὶ ἀπόκρισιν τοὺς λόγους διατίθεσθαι. πρὸς τοῦτόν φησιν ὁ Ἑρμόδωρος (Zeller, p. 18) ἀφικέσθαι Πλάτωνα καὶ τοὺς λοιποὺς φιλοσόφους μετὰ τὴν Σωκράτους τελευτήν, δείσαντες τὴν ὠμότητα τῶν τυράννων. οὗτος ἓν τὸ ἀγαθὸν ἀπεφαίνετο πολλοῖς ὀνόμασι καλούμενον˙ ὁτὲ μὲν γὰρ φρόνησιν, ὁτὲ δὲ θεόν, καὶ ἄλλοτε νοῦν καὶ τὰ λοιπά. τὰ δ' ἀντικείμενα τῷ ἀγαθῷ ἀνῄρει, μὴ εἶναι φάσκων.

[106] Euclide nacque a Megara sull'Istmo, o a Gela, secondo altri, come afferma Alessandro ²⁷⁸* nelle Successioni dei filosofi. Euclide si dedicò anche allo studio di Parmenide, e i suoi seguaci furono detti Megarici, poi Eristici, e successivamente Dialettici. Così li chiamò per primo Dionisio di Calcedonia, perché disponevano gli argomenti nella forma di domanda e risposta. Ermodoro ²⁷⁹* attesta che da lui vennero Platone e gli altri filosofi dopo la morte di Socrate, temendo la crudeltà dei tiranni. Egli sostenne che il sommo bene è uno solo, anche se chiamato con molti nomi: ora prudenza, ora dio, ora mente, e così via. Respingeva tutto ciò che è contrario al bene, negandone l'esistenza.