[106] Προηγμένα μὲν οὖν εἶναι ἃ καὶ ἀξίαν ἔχει, οἷον ἐπὶ μὲν τῶν ψυχικῶν εὐφυΐαν, τέχνην, προκοπὴν καὶ τὰ ὅμοια˙ ἐπὶ δὲ τῶν σωματικῶν ζωήν, ὑγίειαν, ῥώμην, εὐεξίαν, ἀρτιότητα, κάλλος καὶ τὰ παραπλήσια˙ ἐπὶ δὲ τῶν ἐκτὸς πλοῦτον, δόξαν, εὐγένειαν καὶ τὰ ὅμοια.

ἀποπροηγμένα δ' ἐπὶ μὲν τῶν ψυχικῶν ἀφυΐαν, ἀτεχνίαν καὶ τὰ ὅμοια˙ ἐπὶ δὲ τῶν σωματικῶν θάνατον, νόσον, ἀσθένειαν, καχεξίαν, πήρωσιν, αἶσχος καὶ τὰ ὅμοια˙ ἐπὶ δὲ τῶν ἐκτὸς πενίαν, ἀδοξίαν, δυσγένειαν καὶ τὰ παραπλήσια˙ οὔτε δὲ προήχθη οὔτ' ἀποπροήχθη τὰ οὐδετέρως ἔχοντα.

[106] Dunque è degno di essere scelto tutto ciò che ha un valore: nel campo spirituale la dote naturale dell'ingegno, la capacità tecnica, il progredire e simili; nel campo materiale la vita, la salute, la forza, la buona complessione fisica, l'integrità degli organi, la bellezza e simili; nel campo dei beni esterni la ricchezza, la gloria, la nobiltà di natali e simili. È invece degno di essere rigettato: nel campo spirituale l'assenza di doti naturali o tecniche, e simili; nel campo materiale la morte, la malattia, la debolezza, la cattiva complessione fisica, la mutilazione, la bruttezza e simili; nel campo esterno la povertà, l'assenza di gloria, l'oscurità di natali e simili. Ma vi sono anche cose che non fanno parte di nessuna delle due classi e pertanto non devono essere né scelte né evitate.