[53] ἄνευ γὰρ ἀναφερομένης τινὸς ἐκεῖθεν συμπαθείας οὐκ ἂν γένοιτο ἡ τοιαύτη ἐπαίσθησις. οὐκ αὐτὸν οὖν δεῖ νομίζειν τὸν ἀέρα ὑπὸ τῆς προϊεμένης φωνῆς ἢ καὶ τῶν ὁμογενῶν σχηματίζεσθαι - πολλὴν γὰρ ἔνδειαν ἕξει τοῦτο πάσχων ὑπ' ἐκείνης, - ἀλλ' εὐθὺς τὴν γινομένην πληγὴν ἐν ἡμῖν, ὅταν φωνὴν ἀφίωμεν, τοιαύτην ἔκθλιψιν ὄγκων τινῶν ῥεύματος πνευματώδους ἀποτελεστικῶν ποιεῖσθαι, ἢ τὸ πάθος τὸ ἀκουστικὸν ἡμῖν παρασκευάζει.


Καὶ μὴν καὶ τὴν ὀσμὴν νομιστέον ὥσπερ καὶ τὴν ἀκοὴν οὐκ ἄν ποτε οὐθὲν πάθος ἐργάσασθαι, εἰ μὴ ὄγκοι τινὲς ἦσαν ἀπὸ τοῦ πράγματος ἀποφερόμενοι σύμμετροι πρὸς τὸ τοῦτο τὸ αἰσθητήριον κινεῖν, οἱ μὲν τοῖοι τεταραγμένως καὶ ἀλλοτρίως, οἱ δὲ τοῖοι ἀταράχως καὶ οἰκείως ἔχοντες.

[53] Né tale appercezione si potrebbe infatti verificare senza l'emissione di quel complesso costante e concorde di proprietà dall'oggetto a noi. Né bisogna credere che l'aria stessa prenda la forma impressa dalla voce emessa o da qualcosa di simile - ché lascerebbe molto a desiderare la dimostrazione che l'aria riceva una tale impronta dalla voce - bensì che, quando emettiamo una voce, l'urto, che si genera in noi, produce sùbito un istantaneo distacco delle particelle che a loro volta danno luogo ad una corrente simile al respiro. Il distacco è tale che genera in noi la sensazione uditiva.
Anche per quel che riguarda l'odore, bisogna credere che esso come la voce non potrebbe mai produrre alcuna sensazione, se dall'oggetto non si dipartissero alcune particelle simmetricamente adatte ad eccitare il relativo organo sensorio, alcune in modo confuso ed allotrio, altre in modo chiaro e appropriato.