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[111] δοκεῖ δ' αὐτοῖς τὰ πάθη κρίσεις εἶναι, καθά φησι Χρύσιππος ἐν τῷ Περὶ παθῶν˙ ἥ τε γὰρ φιλαργυρία ὑπόληψίς ἐστι τοῦ τὸ ἀργύριον καλὸν εἶναι, καὶ ἡ μέθη δὲ καὶ ἡ ἀκολασία ὁμοίως καὶ τἄλλα. Καὶ τὴν μὲν λύπην εἶναι συστολὴν ἄλογον˙ εἴδη δ' αὐτῆς ἔλεον, φθόνον, ζῆλον, ζηλοτυπίαν, ἄχθος, ἐνόχλησιν, ἀνίαν, ὀδύνην, σύγχυσιν.

ἔλεον μὲν οὖν εἶναι λύπην ὡς ἐπ' ἀναξίως κακοπαθοῦντι, φθόνον δὲ λύπην ἐπ' ἀλλοτρίοις ἀγαθοῖς, ζῆλον δὲ λύπην ἐπὶ τῷ ἄλλῳ παρεῖναι ὧν αὐτὸς ἐπιθυμεῖ, ζηλοτυπίαν δὲ λύπην ἐπὶ τῷ καὶ ἄλλῳ παρεῖναι ἃ καὶ αὐτὸς ἔχει,

[111] Secondo gli Stoici, le passioni sono giudizi. Così almeno afferma Crisippo nell'opera Delle passioni. Infatti l'avidità presuppone che il danaro sia bello ed analogamente l'ubriachezza e l'intemperanza e altre passioni. Il dolore è contrazione dell'anima, irrazionale, ¹⁴⁷* le sue specie sono: compassione, invidia, gelosia, rivalità, peso affannoso, noia, turbamento, angoscia, confusa costernazione. La compassione è il dolore per un'immeritata sofferenza altrui; l'invidia è il dolore per la prosperità altrui; la gelosia è il dolore di chi vede posseduto da altri ciò che egli stesso desidera; la rivalità è il dolore di chi vede che anche altri possiede ciò che egli stesso ha;