[114] μῆνις δέ ἐστιν ὀργή τις πεπαλαιωμένη καὶ ἐπίκοτος, ἐπιτηρητικὴ δέ, ὅπερ ἐμφαίνεται διὰ τῶνδε˙ (Il. Α 81 sq.)

εἴ περ γάρ τε χόλον γε καὶ αὐτῆμαρ καταπέψῃ,
ἀλλά τε καὶ μετόπισθεν ἔχει κότον, ὄφρα τελέσσῃ.

ὁ δὲ θυμός ἐστιν ὀργὴ ἀρχομένη. Ἡδονὴ δέ ἐστιν ἄλογος ἔπαρσις ἐφ' αἱρετῷ δοκοῦντι ὑπάρχειν, ὑφ' ἣν τάττεται κήλησις, ἐπιχαιρεκακία, τέρψις, διάχυσις. κήλησις μὲν οὖν ἐστιν ἡδονὴ δι' ὤτων κατακηλοῦσα˙ ἐπιχαιρεκακία δὲ ἡδονὴ ἐπ' ἀλλοτρίοις κακοῖς˙ τέρψις δέ, οἷον τρέψις, προτροπή τις ψυχῆς ἐπὶ τὸ ἀνειμένον˙ διάχυσις δ' ἀνάλυσις ἀρετῆς.

[114] La collera (μῆνις) è un'ira inveterata e rancorosa (ἐπίκοτος), che spia l'occasione della vendetta, come risulta manifesto dai seguenti versi: 150*

Che se pure smaltisca la bile (χόλος) nello stesso giorno, tuttavia anche dopo egli conserva il rancore (κότος) finché non lo abbia soddisfatto.

L'escandescenza è un'ira nel primo suo sorgere. Il piacere è un'irrazionale esaltazione per ciò che venga creduto degno di essere scelto. Ad esso sono subordinati l'incanto, il godimento malevolo, la delizia, l'effusione. L'incanto è un piacere che incanta attraverso le orecchie; il godimento malevolo è il piacere per gli altrui mali; la delizia (τέρψις) è quasi un rivolgimento (τρέψις), cioè un impulso (προτροπή τις) dell'anima verso il rilassamento; l'effusione è la dissoluzione della virtù.