[11] τὴν μὲν γὰρ λαμπρὰν ἀναθυμίασιν φλογωθεῖσαν ἐν τῷ κύκλῳ τοῦ ἡλίου ἡμέραν ποιεῖν, τὴν δὲ ἐναντίαν ἐπικρατήσασαν νύκτα ἀποτελεῖν˙ καὶ ἐκ μὲν τοῦ λαμπροῦ τὸ θερμὸν αὐξόμενον θέρος ποιεῖν, ἐκ δὲ τοῦ σκοτεινοῦ τὸ ὑγρὸν πλεονάζον χειμῶνα ἀπεργάζεσθαι. ἀκολούθως δὲ τούτοις καὶ περὶ τῶν ἄλλων αἰτιολογεῖ.


περὶ δὲ τῆς γῆς οὐδὲν ἀποφαίνεται ποία τίς ἐστιν, ἀλλ' οὐδὲ περὶ τῶν σκαφῶν.
καὶ ταῦτα μὲν ἦν αὐτῷ τὰ δοκοῦντα.
Τὰ δὲ περὶ Σωκράτους καὶ ὅσα ἐντυχὼν τῷ συγγράμματι εἴποι, κομίσαντος Εὐριπίδου καθά φησιν Ἀρίστων
(Wehrli VI, fg. 29), ἐν τῷ περὶ Σωκράτους εἰρήκαμεν.

[11] Infatti l'evaporazione luminosa, infiammatasi nell'orbita del Sole, 22* produce il giorno; l'evaporazione contraria, quando è preminente, produce la notte; l'accrescimento del calore dovuto alla luce produce l'estate, mentre l'umidità alimentata dalle tenebre produce l'inverno. Conformi a queste sono le spiegazioni delle cause degli altri fenomeni.
Non si pronunzia né sulla natura della terra né su quella delle scafe.

Questo è il complesso della sua dottrina. 23*
Per quel che riguarda Socrate e il suo giudizio sull'opera di Eraclito, portatagli da Euripide, nella versione di Aristone, 24* rimandiamo a quanto dicemmo nella Vita di Socrate. 25*