[60] Καὶ μὴν καὶ τοῦ ἀπείρου ὡς μὲν ἀνωτάτω καὶ κατωτάτω οὐ δεῖ κατηγορεῖν τὸ ἄνω ἢ κάτω.

εἰς μέντοι τὸ ὑπὲρ κεφαλῆς, ὅθεν ἂν στῶμεν, εἰς ἄπειρον ἄγειν ὄν, μηδέποτε φανεῖσθαι τοῦτο ἡμῖν, ἢ τὸ ὑποκάτω τοῦ νοηθέντος εἰς ἄπειρον ἅμα ἄνω τε εἶναι καὶ κάτω πρὸς τὸ αὐτό˙ τοῦτο γὰρ ἀδύνατον διανοηθῆναι.


ὥστε ἔστι μίαν λαβεῖν φορὰν τὴν ἄνω νοουμένην εἰς ἄπειρον καὶ μίαν τὴν κάτω, ἂν καὶ μυριάκις πρὸς τοὺς πόδας τῶν ἐπάνω τὸ παρ' ἡμῶν φερόμενον εἰς τοὺς ὑπὲρ κεφαλῆς ἡμῶν τόπους ἀφικνῆται ἢ ἐπὶ τὴν κεφαλὴν τῶν ὑποκάτω τὸ παρ' ἡμῶν κάτω φερόμενον˙ ἡ γὰρ ὅλη φορὰ οὐθὲν ἧττον ἑκατέρα ἑκατέρᾳ ἀντικειμένη ἐπ' ἄπειρον νοεῖται.

[60] E non bisogna asserire che l'alto o il basso dell'infinito siano da considerarsi in senso assoluto il punto più alto e il punto più basso. Noi sappiamo certamente che, se dal punto dove stiamo prolunghiamo all'infinito lo spazio che è al di sopra della nostra testa, non ci apparirà mai il punto estremo di tale linea ideale, e se d'altra parte prolunghiamo all'infinito lo spazio che è al di sotto del supposto punto di partenza esso ci apparirà essere contemporaneamente alto e basso in relazione al medesimo punto di partenza. E questo è assurdo. È possibile invece assumere come una sola direzione di movimento quella che noi pensiamo estendersi in alto all'infinito e come una sola quella che noi pensiamo estendersi in basso, anche se per migliaia e migliaia di volte ciò che si muove nello spazio al di sopra della nostra testa dovesse giungere ai piedi di coloro che sono al di sopra di noi o se ciò che si muove nello spazio al di sotto dei nostri piedi dovesse giungere alle teste di coloro che stanno al di sotto di noi. Tutt'intero il movimento nelle due direzioni - l'una nettamente opposta all'altra - è concepito come estendentesi all'infinito.