[125] Πάντα τ' εὖ ποιεῖν τὸν σοφόν, ὡς καὶ πάντα φαμὲν τὰ αὐλήματα εὖ αὐλεῖν τὸν Ἰσμηνίαν. καὶ τῶν σοφῶν δὲ πάντα εἶναι˙ δεδωκέναι γὰρ αὐτοῖς παντελῆ ἐξουσίαν τὸν νόμον. τῶν δὲ φαύλων εἶναί τινα λέγεται, ὃν τρόπον καὶ τῶν ἀδίκων, ἄλλως μὲν τῆς πόλεως, ἄλλως δὲ τῶν χρωμένων φαμέν. Τὰς δ' ἀρετὰς λέγουσιν ἀντακολουθεῖν ἀλλήλαις καὶ τὸν μίαν ἔχοντα πάσας ἔχειν˙ εἶναι γὰρ αὐτῶν τὰ θεωρήματα κοινά, καθάπερ Χρύσιππος ἐν τῷ πρώτῳ Περὶ ἀρετῶν φησιν, Ἀπολλόδωρος δὲ ἐν τῇ Φυσικῇ κατὰ τὴν ἀρχαίαν, Ἑκάτων δὲ ἐν τῷ τρίτῳ Περὶ ἀρετῶν (Gomoll 7). [125] Il sapiente ha successo in ogni sua azione, come Ismenia del quale diciamo che suona con successo tutte le arie sul flauto. Tutto appartiene ai sapienti, perché la legge ha conferito loro il potere assoluto su ogni cosa. Agli stolti allo stesso modo che agli ingiusti appartengono solo alcuni beni, in quanto gli altri o sono beni dello Stato o appartengono a quelli che ne fanno uso legittimo. 154* Secondo gli Stoici, le virtù sono connesse strettamente fra loro e chi ne possiede una le possiede tutte, perché esse hanno un comune fondamento teorico, come affermano Crisippo nel primo libro Delle virtù, Apollodoro nella Fisica secondo l'antica scuola stoica, 155* Ecatone nel terzo libro Delle virtù.