[130] Εἶναι δὲ τὸν ἔρωτα ἐπιβολὴν φιλοποιίας διὰ κάλλος ἐμφαινόμενον˙ καὶ μὴ εἶναι συνουσίας, ἀλλὰ φιλίας. τὸν γοῦν Θρασωνίδην καίπερ ἐν ἐξουσίᾳ ἔχοντα τὴν ἐρωμένην, διὰ τὸ μισεῖσθαι ἀπέχεσθαι αὐτῆς. εἶναι οὖν τὸν ἔρωτα φιλίας, ὡς καὶ Χρύσιππος ἐν τῷ Περὶ ἔρωτός φησι˙ καὶ μὴ εἶναι ἐπίμεμπτον αὐτόν. εἶναι δὲ καὶ τὴν ὥραν ἄνθος ἀρετῆς.




Βίων δὲ τριῶν ὄντων, θεωρητικοῦ καὶ πρακτικοῦ καὶ λογικοῦ, τὸν τρίτον φασὶν αἱρετέον˙ γεγονέναι γὰρ ὑπὸ τῆς φύσεως ἐπίτηδες τὸ λογικὸν ζῷον πρὸς θεωρίαν καὶ πρᾶξιν.

εὐλόγως τέ φασιν ἐξάξειν ἑαυτὸν τοῦ βίου τὸν σοφὸν καὶ ὑπὲρ πατρίδος καὶ ὑπὲρ φίλων, κἂν ἐν σκληροτέρᾳ γένηται ἀλγηδόνι ἢ πηρώσεσιν ἢ νόσοις ἀνιάτοις.

[130] L'amore è uno sforzo di procurarsi amicizia, tramite la bellezza esteriore: né si tratta di unione carnale, bensì di semplice e pura amicizia. Essi adducono l'esempio di Trasonide 158* che, pur potendo a suo libito disporre dell'amante, se ne tenne lontano perché era odiato da lei. Gli Stoici concepiscono infatti l'amore solo nell'àmbito dell'amicizia; così afferma anche Crisippo nel suo trattato Dell'amore. Né d'altra parte l'amore è inviato da un dio. Definiscono la bellezza fiore di virtù.
Dei tre modi di vita, teoretico, pratico e razionale, il terzo, secondo gli Stoici, è degno di essere scelto perché la natura ha creato l'essere razionale adatto alla teoria e alla prassi.

Gli Stoici sostengono anche che il sapiente s'allontanerà dalla vita se ha verisimili motivi, p. es. la salvezza della patria o degli amici o se è tormentato da dolori piuttosto duri o dalla mutilazione di qualche organo o da malattie inguaribili.