[66] τοῦτο δὲ ὅτι ἐν μὲν τῷ λέγειν γλυκύτατος ἦν˙ παρὸ καί τινες τὸ γάμμα αὐτοῦ τῷ ὀνόματι προσετίθεσαν. ἐν δὲ τῷ γράφειν ἀνόμοιος αὑτῷ.

ἀμέλει γοῦν καὶ ἐπὶ τῶν μεταγινωσκόντων ἐπειδὴ μὴ ἔμαθον ὅτε καιρὸς καὶ εὐχομένων τοῦτον ἐκαλλιλέκτει τὸν τρόπον˙ ἔλεγεν (Wehrli VI, fg. 23) "αὑτῶν κατηγορεῖν ἀδυνάτῳ μηνύοντας εὐχῇ μετάνοιαν ἀργίας ἀδιορθώτου." τούς τε βουλευομένους οὐκ ὀρθῶς διαπίπτειν ἔφασκε (Wehrli VI, fg. 24) τῷ λογισμῷ, οἱονεὶ στρεβλῷ κανόνι βασανίζοντας εὐθεῖαν φύσιν ἢ πρόσωπον ὕδατι κλυδαττομένῳ ἢ κατόπτρῳ διεστραμμένῳ.
καὶ (Wehrli VI, fg. 25) ἐπὶ μὲν τὸν ἐκ τῆς ἀγορᾶς στέφανον πολλοὺς ἀπιέναι, ἐπὶ δὲ τὸν Ὀλυμπίασιν ἢ ὀλίγους ἢ οὐδένα. πολλάκις τε πολλὰ συμβουλεύσας Ἀθηναίοις, τὰ μέγιστα αὐτοὺς ὠφέλησεν.

[66] Questa è la ragione per cui era soavissimo (γλυκύτατος) nel parlare, onde alcuni aggiunsero un gamma al suo nome (e lo chiamarono Glicone, il 'soave' in vece di Licone). Ma nello scrivere era molto dissimile da sé.
Per esempio, su alcuni che si pentivano di non essersi dedicati allo studio a tempo opportuno e desideravano di farlo, si esprimeva graziosamente così: «Essi si accusano da sé, denunziando, con un irrealizzabile desiderio, il pentimento di una incorreggibile pigrizia». Era solito dire che coloro che non deliberano rettamente si sbagliano nel calcolo, proprio come quelli che verificano una cosa diritta con un regolo storto o una faccia con acqua torbida o con uno specchio deformante.
Un'altra sua battuta era: «Molti vanno 140* alla ricerca della corona nella piazza, pochi o nessuno aspira alla corona in Olimpia». 141* Spesso diede consigli agli Ateniesi su molte questioni e si mostrò loro particolarmente utile.