[12] τὸν δὲ Ἀναξαγόραν εἰπεῖν ὡς ὅλος ὁ οὐρανὸς ἐκ λίθων συγκέοιτο˙ τῇ σφοδρᾷ δὲ περιδινήσει συνεστάναι καὶ ἀνεθέντα κατενεχθήσεσθαι. Περὶ δὲ τῆς δίκης αὐτοῦ διάφορα λέγεται.

Σωτίων μὲν γάρ φησιν ἐν τῇ Διαδοχῇ τῶν φιλοσόφων ὑπὸ Κλέωνος αὐτὸν ἀσεβείας κριθῆναι, διότι τὸν ἥλιον μύδρον ἔλεγε διάπυρον˙ ἀπολογησαμένου δὲ ὑπὲρ αὐτοῦ Περικλέους τοῦ μαθητοῦ, πέντε ταλάντοις ζημιωθῆναι καὶ φυγαδευθῆναι. Σάτυρος δ' ἐν τοῖς Βίοις
(FHG III. 163) ὑπὸ Θουκυδίδου φησὶν εἰσαχθῆναι τὴν δίκην, ἀντιπολιτευομένου τῷ Περικλεῖ˙ καὶ οὐ μόνον ἀσεβείας ἀλλὰ καὶ μηδισμοῦ˙
[12] e che Anassagora dichiarò che tutto il cielo è fatto di pietre: esso si mantiene in coesione fin quando il movimento di rotazione è veloce: sarebbe precipitato appena si fosse rilasciato.
Diverse sono le versioni sul suo processo. Sozione nella Successione dei filosofi dice che fu accusato di empietà da Cleone, per la sua opinione che il sole è una massa di metallo rovente, che Pericle, suo discepolo, lo difese e che egli fu multato di cinque talenti e condannato all'esilio. Satiro nelle Vite dice 27* che fu processato da Tucidide, antagonista della politica periclea, 28* non solo sotto l'accusa di empietà, ma anche di medismo: fu condannato a morte, in contumacia.