[137] Φιλικός τε ἦν μάλιστα, ὡς δῆλον ἐκ τῆς πρὸς Ἀσκληπιάδην συμπνοίας, οὐδέν τι διαφερούσης τῆς Πυλάδου φιλοστοργίας. ἀλλὰ πρεσβύτερος Ἀσκληπιάδης, ὡς λέγεσθαι ποιητὴν μὲν αὐτὸν εἶναι, ὑποκριτὴν δὲ Μενέδημον. καί ποτέ φασιν Ἀρχιπόλιδος τρισχιλίας αὐτοῖς διαγράψαντος στηριζομένους περὶ τοῦ τίς δεύτερος ἀρεῖ, μηδέτερον λαβεῖν.


λέγεται δὲ καὶ γυναῖκας ἀγαγέσθαι αὐτούς˙ ὧν τὴν μὲν θυγατέρα Ἀσκληπιάδην, τὴν δὲ μητέρα Μενέδημον. κἀπειδὴ τελευτῆσαι τῷ Ἀσκληπιάδῃ τὸ γύναιον, λαβεῖν τὸ τοῦ Μενεδήμου˙ ἐκεῖνόν τε, ἐπειδὴ προὔστη τῆς πολιτείας, πλουσίαν γῆμαι˙ οὐδὲν μέντοι ἧττον μιᾶς οὔσης οἰκίας ἐπιτρέψαι τὸν Μενέδημον τὴν διοίκησιν τῇ προτέρᾳ γυναικί.

[137] Avvertì molto intensamente il sentimento dell'amicizia, 335* come si può dedurre dalla sua comunione spirituale con Asclepiade, che in nulla differiva dal tenero affetto di Pilade (per Oreste). E poiché Asclepiade era più anziano, si diceva che egli era il poeta, Menedemo l'attore. Si narra che una volta Archipolide abbia assegnato loro tremila dracme e che, impegnatisi a discutere chi dovesse prenderle come secondo, alla fine nessuno dei due ottenne la somma. Si racconta anche che entrambi contrassero matrimonio: Asclepiade sposò la figlia, Menedemo la madre di lei. E quando Asclepiade perdette la sua donna, prese quella di Menedemo. Menedemo a sua volta, quando divenne capo della città, sposò una donna ricca; ciò non ostante, la casa rimase unica e Menedemo ne affidò l'amministrazione alla prima donna.