[70] Καὶ μὴν καὶ τοῖς σώμασι συμπίπτει πολλάκις καὶ οὐκ ἀίδιον παρακολουθεῖν οὔτ' ἐν τοῖς ἀοράτοις καὶ οὔτε ἀσώματα.


ὥστε δὴ κατὰ τὴν πλείστην φορὰν τούτῳ τῷ ὀνόματι χρώμενοι φανερὰ ποιοῦμεν τὰ συμπτώματα οὔτε τὴν τοῦ ὅλου φύσιν ἔχειν, ὃ συλλαβόντες κατὰ τὸ ἀθρόον σῶμα προσαγορεύομεν, οὔτε τὴν τῶν ἀίδιον παρακολουθούντων ὧν ἄνευ σῶμα οὐ δυνατὸν νοεῖσθαι. κατ' ἐπιβολὰς δ' ἄν τινας παρακολουθοῦντος τοῦ ἀθρόου ἕκαστα προσαγορευθείη,

[70] E anche quando, come spesso accade, ai corpi s'accompagnano delle proprietà contingenti e non perennemente concomitanti, queste non appartengono al mondo delle cose invisibili né sono incorporee. Sì che quando adoperiamo il termine 'accidenti' (συμπτώματα) nella più frequente accezione di proprietà dei corpi, noi intendiamo chiaramente che questi 'accidenti' non hanno né la natura del tutto che noi chiamiamo corpo, concependolo nella sua complessa interezza, né la natura delle proprietà permanenti del corpo, senza le quali un corpo non può essere pensato. Ogni proprietà può essere dichiarata secondo particolari intuizioni,