[143] ζῷον μὲν οὕτως ὄντα, οὐσίαν ἔμψυχον αἰσθητικήν. τὸ γὰρ ζῷον τοῦ μὴ ζῴου κρεῖττον˙ οὐδὲν δὲ τοῦ κόσμου κρεῖττον˙ ζῷον ἄρ' ὁ κόσμος. ἔμψυχον δέ, ὡς δῆλον ἐκ τῆς ἡμετέρας ψυχῆς ἐκεῖθεν οὔσης ἀποσπάσματος. Βόηθος δέ φησιν οὐκ εἶναι ζῷον τὸν κόσμον.


ὅτι θ' εἷς ἐστι Ζήνων φησὶν ἐν τῷ Περὶ τοῦ ὅλου καὶ Χρύσιππος καὶ Ἀπολλόδωρος ἐν τῇ Φυσικῇ καὶ Ποσειδώνιος ἐν πρώτῳ τοῦ Φυσικοῦ λόγου. τὸ δὲ πᾶν λέγεται, ὥς φησιν Ἀπολλόδωρος, ὅ τε κόσμος καὶ καθ' ἕτερον τρόπον τὸ ἐκ τοῦ κόσμου καὶ τοῦ ἔξωθεν κενοῦ σύστημα. ὁ μὲν οὖν κόσμος πεπερασμένος ἐστί, τὸ δὲ κενὸν ἄπειρον.

[143] essere vivente nel senso che 168* il cosmo è una sostanza animata, che ha la facoltà della percezione sensibile. L'essere vivente è superiore all'essere non vivente; nulla è superiore al cosmo; dunque il cosmo è un essere vivente. Il cosmo è animato, come risulta evidente dalla natura dell'anima, che è un frammento di esso. Boeto invece afferma che il cosmo non è un essere vivente. L'unità del cosmo è dimostrata da Zenone nel suo libro Dell'universo, da Crisippo, da Apollodoro nella Fisica e da Posidonio nel primo libro della Fisica. Secondo la definizione di Apollodoro, nel concetto di totalità è compreso sia il cosmo sia in altro senso il sistema del cosmo e del vuoto che lo cinge dall'esterno. Il cosmo è dunque finito, il vuoto è infinito.