[6] καὶ ἄλλαις δὲ πολλαῖς ἑταίραις γράφειν, καὶ μάλιστα Λεοντίῳ, ἧς καὶ Μητρόδωρον ἐρασθῆναι. ἔν τε τῷ Περὶ τέλους (fg. 67 Us.) γράφειν οὕτως˙


Οὐ γὰρ ἔγωγε ἔχω τί νοήσω τἀγαθόν, ἀφαιρῶν μὲν τὰς διὰ χυλῶν ἡδονάς, ἀφαιρῶν δὲ τὰς δι' ἀφροδισίων καὶ τὰς δι' ἀκροαμάτων καὶ τὰς διὰ μορφῆς.

ἔν τε τῇ πρὸς Πυθοκλέα ἐπιστολῇ (fg. 163 Us.) γράφειν

Παιδείαν δὲ πᾶσαν, μακάριε, φεῦγε τἀκάτιον ἀράμενος.


Ἐπίκτητός (III. 24. 38) τε κιναιδολόγον αὐτὸν καλεῖ καὶ τὰ μάλιστα λοιδορεῖ.
Καὶ μὴν καὶ Τιμοκράτης ἐν τοῖς ἐπιγραφομένοις Εὐφραντοῖς ὁ Μητροδώρου μὲν ἀδελφός, μαθητὴς δὲ αὐτοῦ τῆς σχολῆς ἐκφοιτήσας φησὶ δὶς αὐτὸν τῆς ἡμέρας ἐμεῖν ἀπὸ τρυφῆς, ἑαυτόν τε διηγεῖται μόγις ἐκφυγεῖν ἰσχῦσαι τὰς νυκτερινὰς ἐκείνας φιλοσοφίας καὶ τὴν μυστικὴν ἐκείνην συνδιαγωγήν.

[6] Aggiungono i suoi detrattori che fu in corrispondenza con molte altre etere e specialmente con Leonzio, di cui anche Metrodoro fu innamorato. E viene anche citato un passo della sua opera Del fine, così:

Non so quale bene io possa concepire, se eccettuo i piaceri del gusto o le gioie d'amore o i piaceri che derivano dall'udito o dalla contemplazione della bellezza. 18*

E un passo di una sua lettera a Pitocle:

Alza la tua vela, amico, e sfuggi ogni cultura, qualunque essa sia.

Ed Epitteto 19* lo chiama cinedòlogo, ovvero predicatore di sconcezze, e lo critica molto aspramente.
Inoltre Timocrate, fratello di Metrodoro e discepolo di Epicuro, dopo aver abbandonato la scuola, in un'opera intitolata Delizie, riferisce che Epicuro era così dedito alla dissolutezza che vomitava due volte al giorno e narra che egli stesso a stento riuscì a sfuggire a quei notturni trattenimenti filosofici e a quell'associazione di iniziati.