[76] ὕστερον δὲ κοινῶς καθ' ἕκαστα ἔθνη τὰ ἴδια τεθῆναι πρὸς τὸ τὰς δηλώσεις ἧττον ἀμφιβόλους γενέσθαι ἀλλήλοις καὶ συντομωτέρως δηλουμένας˙ τινὰ δὲ καὶ οὐ συνορώμενα πράγματα εἰσφέροντας τοὺς συνειδότας παρεγγυῆσαί τινας φθόγγους τοὺς ἀναγκασθέντας ἀναφωνῆσαι, τοὺς δὲ τῷ λογισμῷ ἑλομένους κατὰ τὴν πλείστην αἰτίαν οὕτως ἑρμηνεῦσαι.



Καὶ μὴν ἐν τοῖς μετεώροις φορὰν καὶ τροπὴν καὶ ἔκλειψιν καὶ ἀνατολὴν καὶ δύσιν καὶ τὰ σύστοιχα τούτοις μήτε λειτουργοῦντός τινος νομίζειν δεῖ γενέσθαι καὶ διατάττοντος ἢ διατάξοντος καὶ ἅμα τὴν πᾶσαν μακαριότητα ἔχοντος μετὰ ἀφθαρσίας

[76] Successivamente le singole stirpi rinvennero un accordo e posero così i nomi propri a ciascuna cosa, perché fra di loro risultasse meno ambigua ed incerta l'intesa e le espressioni fossero più brevi. E di alcune cose fino ad allora non viste alcuni che avevano consapevolezza vollero introdurre la nozione e le designarono con certi nomi che o essi pronunziarono sotto l'impulso dell'istinto o scelsero con raziocinio, conformandosi alla causa presumibilmente più comune d'un tal modo di esprimersi.

E per quel che riguarda i fenomeni celesti, non bisogna credere che i movimenti, le rivoluzioni, le eclissi, il sorgere e il tramontare degli astri e simili avvengano per opera e per disposizione presente o futura di qualche essere che nel contempo possiede la perfetta beatitudine e l'immortalità