[81] Ἐπὶ δὲ τούτοις ὅλως ἅπασιν ἐκεῖνο δεῖ κατανοεῖν, ὅτι τάραχος ὁ κυριώτατος ταῖς ἀνθρωπίναις ψυχαῖς γίνεται ἐν τῷ ταῦτα μακάριά τε δοξάζειν εἶναι καὶ ἄφθαρτα, καὶ ὑπεναντίας ἔχειν τούτοις βουλήσεις ἅμα καὶ πράξεις καὶ αἰτίας, καὶ ἐν τῷ αἰώνιόν τι δεινὸν ἀεὶ προσδοκᾶν ἢ ὑποπτεύειν κατὰ τοὺς μύθους εἴ τε καὶ αὐτὴν τὴν ἀναισθησίαν τὴν ἐν τῷ τεθνάναι φοβουμένους ὥσπερ οὖσαν κατ' αὐτούς,

καὶ ἐν τῷ μὴ δόξαις ταῦτα πάσχειν ἀλλ' ἀλόγῳ γέ τινι παραστάσει, ὅθεν μὴ ὁρίζοντας τὸ δεινὸν τὴν ἴσην ἢ καὶ ἐπιτεταμένην ταραχὴν λαμβάνειν τῷ εἰ καὶ ἐδόξαζον ταῦτα˙
[81] A tutte queste considerazioni bisogna aggiungere ancora questa altra, che il principale turbamento delle anime umane ha la sua origine nella credenza che questi corpi celesti siano beati ed eterni e ad un tempo abbiano volizioni e azioni e cause in contrasto con questo loro stato, nella perenne attesa o nel sospetto di qualche eterna pena sotto l'influsso delle favole della mitologia, nella paura della stessa insensibilità che è nella morte come se essa avesse a che fare con noi, e infine nel fatto che essi si trovano in queste condizioni non per un saldo convincimento ma per una sorta di delirio mentale, così che, non ponendo limite alcuno alla terribilità dei mali, subiscono un turbamento uguale o ancora più intenso di quelli che in questo campo seguono vane opinioni.