[86] μήτε τὸ ἀδύνατον καὶ παραβιάζεσθαι μήτε ὁμοίαν κατὰ πάντα τὴν θεωρίαν ἔχειν ἢ τοῖς περὶ βίων λόγοις ἢ τοῖς κατὰ τὴν τῶν ἄλλων φυσικῶν προβλημάτων κάθαρσιν, οἷον ὅτι τὸ πᾶν σώματα καὶ ἀναφὴς φύσις ἐστίν, ἢ ὅτι ἄτομα τὰ στοιχεῖα, καὶ πάντα τὰ τοιαῦτα ὅσα μοναχὴν ἔχει τοῖς φαινομένοις συμφωνίαν˙

ὅπερ ἐπὶ τῶν μετεώρων οὐχ ὑπάρχει, ἀλλὰ ταῦτά γε πλεοναχὴν ἔχει καὶ τῆς γενέσεως αἰτίαν καὶ τῆς οὐσίας ταῖς αἰσθήσεσι σύμφωνον κατηγορίαν.

Οὐ γὰρ κατὰ ἀξιώματα κενὰ καὶ νομοθεσίας φυσιολογητέον, ἀλλ' ὡς τὰ φαινόμενα ἐκκαλεῖται˙
[86] Né bisogna far violenza all'impossibile né adottare in tutto e per tutto lo stesso metodo di ricerca che applichiamo nelle trattazioni sui modi di vita o in quelle per la soluzione degli altri problemi fisici, come per esempio «il tutto consiste di corpi e di natura intangibile» oppure «gli elementi sono indivisibili» e simili proposizioni, che comportano un'unica soluzione che si accorda con i fenomeni. Questa non si può applicare ai fenomeni celesti, i quali ammettono non solo molteplici cause della loro formazione, ma anche una molteplice determinazione della loro essenza che s'accorda con le sensazioni.
Non bisogna indagare sulla natura secondo assiomi vani e leggi convenzionali, ma secondo che esigono i singoli fenomeni.