[88] τὸ μέντοι φάντασμα ἑκάστου τηρητέον καὶ ἐπὶ τὰ συναπτόμενα τούτῳ διαιρετέον, ἃ οὐκ ἀντιμαρτυρεῖται τοῖς παρ' ἡμῖν γινομένοις πλεοναχῶς συντελεῖσθαι.


Κόσμος ἐστὶ περιοχή τις οὐρανοῦ, ἄστρα τε καὶ γῆν καὶ πάντα τὰ φαινόμενα περιέχουσα, ἀποτομὴν ἔχουσα ἀπὸ τοῦ ἀπείρου καὶ στρογγύλην ἢ τρίγωνον ἢ οἵαν δήποτε ἔχουσα περιγραφήν καὶ καταλήγουσα ἐν πέρατι ἢ ἀραιῷ ἢ πυκνῷ, ἢ ἐν περιαγομένῳ ἢ ἐν στάσιν ἔχοντι, οὗ λυομένου πάντα τὰ ἐν αὐτῷ σύγχυσιν λήψεται˙ πανταχῶς γὰρ ἐνδέχεται˙ τῶν γὰρ φαινομένων οὐδὲν ἀντιμαρτυρεῖ ἐν τῷδε τῷ κόσμῳ, ἐν ᾧ λῆγον οὐκ ἔστι καταλαβεῖν.
[88] Bisogna dunque osservare il modo di manifestarsi di ciascuno di essi e discernere nei fatti che con esso s'accompagnano 68* quello la cui formazione in modo molteplice non è contraddetta dai fenomeni che avvengono nell'àmbito dei nostri sensi.
Un mondo è una parte circoscritta di cielo, che comprende astri e terra e tutte le cose visibili; esso ha un netto stacco dall'infinito ed ha un perimetro o rotondo o triangolare o di qualsiasi altra forma e termina in un limite poroso o denso, che si trova in rotazione o in quiete, la cui dissoluzione porterà alla rovina tutto ciò che è in esso. 69* Tutto questo è infatti possibile e non è contraddetto da nessuno dei fenomeni che si verificano in questo mondo, in cui non è possibile discernere un'estremità.