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[183] Ἐν μέντοι ταῖς οἰνώσεσιν ἡσύχαζε παραφερόμενος τοῖς σκέλεσιν, ὥστε εἰπεῖν τὴν δούλην, "Χρυσίππου μόνα τὰ σκέλη μεθύει."
οὕτω δ' ἦν φρονηματίας ὥστ' ἐρομένου τινός, "τίνι συστήσω τὸν υἱόν;", εἰπεῖν, "ἐμοί˙ καὶ γὰρ εἰ ὑπελάμβανον εἶναί τιν' ἐμοῦ βελτίονα, παρ' αὐτῷ ἂν ἐγὼ ἐφιλοσόφουν."
ὅθεν φασὶν ἐπ' αὐτοῦ λεχθῆναι (Od. K 495),

οἶος πέπνυται, τοὶ δὲ σκιαὶ ἀΐσσουσι˙

καί,

εἰ μὴ γὰρ ἦν Χρύσιππος, οὐκ ἂν ἦν στοά.

Τέλος δ' Ἀρκεσιλάῳ καὶ Λακύδῃ, καθά φησι Σωτίων ἐν τῷ ὀγδόῳ, παραγενόμενος ἐν Ἀκαδημείᾳ συνεφιλοσόφησε˙

[183] Durante le orge egli rimaneva tranquillo, ma le sue gambe malferme si muovevano, sì che la serva diceva: «Solo le gambe di Crisippo sono ebbre».
Presumeva tanto di sé che ad un padre che gli chiese a chi dovesse affidare il figlio rispose: «A me; se infatti io avessi creduto che ce ne fosse uno migliore di me, sarei andato io stesso a studiare da lui».
Onde si dice che a lui fosse applicato il verso: ²²¹*

Egli solo è saggio, gli altri sono ombre svolazzanti.

Senza Crisippo, non sarebbe esistita la Stoa.

Infine, come narra Sozione nell'ottavo libro, incontratosi con Arcesilao e Lacide, studiò filosofia sotto di loro nell'Academia.