[118] κἂν στρεβλωθῇ (fg. 601 Us.) δ' ὁ σοφός, εἶναι αὐτὸν εὐδαίμονα. μόνον τε χάριν ἕξειν τὸν σοφόν, καὶ ἐπὶ φίλοις καὶ παροῦσι καὶ ἀποῦσιν ὁμοίως διά τε ὅλου χ〈αίρειν〉 εὐλογοῦντα. ὅτε μέντοι στρεβλοῦται, ἔνθα καὶ μύζει καὶ οἰμώζει. γυναικί (fg. 583 Us.) τ' οὐ μιγήσεσθαι τὸν σοφὸν ᾗ οἱ νόμοι ἀπαγορεύουσιν, ὥς φησι Διογένης ἐν τῇ Ἐπιτομῇ τῶν Ἐπικούρου ἠθικῶν δογμάτων.

οὐδὲ (fg. 594 Us.) κολάσειν οἰκέτας, ἐλεήσειν μέντοι καὶ συγγνώμην τινὶ ἕξειν τῶν σπουδαίων. ἐρασθήσεσθαι ταφῆς φροντιεῖν˙ οὐδὲ θεόπεμπτον εἶναι τὸν ἔρωτα, ὡς ὁ Διογένης ἐν τῷ δωδεκάτῳ φησίν. οὐδὲ (fg. 565 Us.) ῥητορεύσειν καλῶς. συνουσίαν δέ φασίν ὀνῆσαι μὲν οὐδέποτε, ἀγαπητὸν δὲ εἰ μὴ καὶ ἔβλαψε.

[118] Anche se è messo alla tortura, il sapiente è felice. Solo il sapiente saprà essere grato agli amici presenti ed assenti in modo uguale, e continuamente gioirne. 88* Quando venga sottoposto a tortura, allora mugolerà e si lamenterà. Come dice Diogene (di Tarso) nell'Epitome della dottrina etica di Epicuro, il sapiente non si unirà con la donna con cui le leggi vietano di unirsi. Né punirà i servi, ma piuttosto ne avrà pietà e a quelli che si siano dimostrati premurosi concederà il perdono. Secondo gli Epicurei, il saggio non s'innamorerà né si preoccuperà della sepoltura; né l'amore è mandato da un dio, come afferma Diogene (di Tarso) nel dodicesimo libro. Né cederà al fascino degli artifici retorici. Gli Epicurei sostengono che l'unione carnale non giova mai e che bisogna essere contenti se non arreca anche danno.