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[138] Διὰ (fg. 504 Us.) δὲ τὴν ἡδονὴν καὶ τὰς ἀρετὰς αἱρεῖσθαι, οὐ δι' αὑτάς, ὥσπερ τὴν ἰατρικὴν διὰ τὴν ὑγίειαν, καθά φησι καὶ Διογένης ἐν τῇ εἰκοστῇ τῶν Ἐπιλέκτων, ὃς καὶ διαγωγὴν λέγει τὴν ἀγωγήν. ὁ δ' Ἐπίκουρος καὶ ἀχώριστόν φησι (fg. 506 Us.) τῆς ἡδονῆς τὴν ἀρετὴν μόνην˙ τὰ δ' ἄλλα χωρίζεσθαι, οἷον βρωτά.

Καὶ φέρε οὖν δὴ νῦν τὸν κολοφῶνα ὡς ἂν εἴποι τις ἐπιθῶμεν καὶ τοῦ παντὸς συγγράμματος καὶ τοῦ βίου τοῦ φιλοσόφου, τὰς Κυρίας αὐτοῦ δόξας παραθέμενοι καὶ ταύταις τὸ πᾶν σύγγραμμα κατακλείσαντες, τέλει χρησάμενοι τῇ τῆς εὐδαιμονίας ἀρχῇ.

[138] Inoltre, secondo Epicuro, scegliamo le virtù non per se stesse, ma per il piacere, come la medicina per la salute, come afferma Diogene (di Tarso) nel ventesimo libro degli Epilecta (o Lezioni scelte), il quale chiama l'educazione (ἀγωγή) guida per la vita (διαγωγή). Epicuro dice anche che la virtù è la sola cosa inseparabile dal piacere; tutte le altre cose se ne possono separare, come, per esempio, i cibi.
Ed ora ecco poniamo, per così dire, il colofone a tutta la mia opera e alla biografia del nostro filosofo riportando le sue Massime Capitali ¹⁰⁸* a conclusione di tutto il mio scritto. Così la sua fine segna l'inizio della felicità.