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[14] Ἱερώνυμος δ' ἐν τῷ δευτέρῳ τῶν Σποράδην ὑπομνημάτων (Hiller IX) φησὶν ὅτι ὁ Περικλῆς παρήγαγεν αὐτὸν ἐπὶ τὸ δικαστήριον διερρυηκότα καὶ λεπτὸν ὑπὸ νόσου, ὥστε ἐλέῳ μᾶλλον ἢ κρίσει ἀφεθῆναι. καὶ τὰ μὲν περὶ τῆς δίκης αὐτοῦ τοσαῦτα.


Ἔδοξε δέ πως καὶ Δημοκρίτῳ ἀπεχθῶς ἐσχηκέναι ἀποτυχὼν τῆς πρὸς αὐτὸν κοινολογίας. καὶ τέλος ἀποχωρήσας εἰς Λάμψακον αὐτόθι κατέστρεψεν. ὅτε καὶ τῶν ἀρχόντων τῆς πόλεως ἀξιούντων τί βούλεται αὐτῷ γενέσθαι, φάναι, "τοὺς παῖδας ἐν ᾧ ἂν ἀποθάνῃ μηνὶ κατ' ἔτος παίζειν συγχωρεῖν." καὶ φυλάττεται τὸ ἔθος καὶ νῦν. 		[14] Ieronimo 33* nel secondo libro dei Commentari sparsi dice che Pericle lo trascinò in tribunale, snervato e smagrito per la malattia, sì che egli fu rilasciato più per compassione dei giudici che per merito della sua innocenza. Tali cose si tramandano intorno al suo processo.
Fu pure opinione di alcuni che fosse ostile a Democrito, perché non gli riuscì di essere ammesso alla sua conversazione.
E alla fine si ritirò a Lampsaco e ivi morì. Quando i capi della città gli chiesero che cosa volesse fosse fatto per lui, rispose: «Sia concessa ai fanciulli una vacanza annuale nel mese in cui sono morto». La consuetudine dura ancora oggi.