60. ARCHELAO

A. VITA E DOTTRINA

60 A 1. DIOG. LAERT. II 16-17. (16) Archelao di Atene o di Mileto, figlio di Apollodoro, secondo alcuni invece di Midone, discepolo di Anassagora, maestro di Socrate. Costui per primo trasportò ad Atene dalla Ionia la filosofia della natura e fu chiamato naturalista in quanto che con lui ebbe termine la filosofia naturalistica, avendo Socrate introdotto la filosofia etica. Ma pare che anch'egli abbia trattato di etica - e in effetti filosofò sulle leggi, sul bello e sul giusto: si è poi supposto che Socrate ne sia stato l'inventore perché, ripresala da lui, la sviluppò al . Diceva che due sono le cause del divenire, il caldo e il freddo, che gli esseri viventi sono generati dalla melma e che il giusto e il brutto esistono non per natura ma per legge.
(17) Questa è la sua teoria: dice che l'acqua liquefatta dal caldo, in quanto si raccoglie 1* dell'elemento infocato, produce la terra: in quanto si effonde tutt'intorno, genera l'aria. Perciò la terra è dominata dall'aria, l'aria a sua volta dal fuoco che le rotea intorno. Dice che gli esseri animati sono generati dalla terra quand'è calda e produce una melma simile a latte come cibo: così produsse anche gli uomini. Per primo disse che la voce è prodotta dalla percussione dell'aria, che il mare si raccoglie nelle cavità penetrando attraverso la terra, che la più grande delle stelle è il sole e che il tutto è infinito.

Ci sono altri tre Archelai: il corografo che illustrò le regioni percorse da Alessandro, un altro che compose un libro sulle proprietà della natura, un terzo oratore che scrisse dell'arte [retorica].

60 [47]. ARCHELAOS

A. LEBEN UND LEHRE
Vgl. 59 A 7. 26 [II 44. 25 App.]

60 A 1. DIOG. II 16. 17 Ἀρχέλαος Ἀθηναῖος ἢ Μιλήσιος, πατρὸς Ἀπολλοδώρου, ὡς δέ τινες, Μίδωνος, μαθητὴς Ἀναξαγόρου, διδάσκαλος Σωκράτους˙ οὗτος πρωτος [II 45. 1 App.] ἐκ τῆς Ἰωνίας τὴν φυσικὴν φιλοσοφίαν μετήγαγεν Ἀθήναζε, καὶ ἐκλήθη φυσικὸς, παρὸ καὶ ἔληξεν ἐν αὐτῶι ἡ φυσικὴ φιλοσοφία, Σωκράτους τὴν ἠθικὴν εἰσαγαγόντος. ἔοικεν δὲ καὶ οὗτος ἅψασθαι τῆς ἠθικῆς. καὶ γὰρ περὶ νόμων πεφιλοσόφηκεν καὶ καλῶν καὶ δικαίων παρ' οὗ λαβὼν Σωκράτης τῶι αὐξῆσαι εἰς τὸ 〈ἄκρον〉 εὑρεῖν [II 45. 5 App.] ὑπελήφθη. ἔλεγε δὲ δύο αἰτίας εἶναι γενέσεως, θερμὸν καὶ ψυχρόν˙ καὶ τὰ ζῶια ἀπὸ τῆς ἰλύος γεννηθῆναι καὶ τὸ δίκαιον εἶναι καὶ τὸ αἰσχρὸν οὐ φύσει, ἀλλὰ νόμωι.
(17) ὁ δὲ λόγος αὐτῶι οὕτως ἔχει. τηκόμενόν φησι τὸ ὕδωρ ὑπὸ τοῦ θερμοῦ, καθὸ μὲν εἰς τὸ 〈κάτω διὰ τὸ〉 πυρῶδες συνίσταται, ποιεῖν γῆν˙ καθὸ δὲ περιρρεῖ,
[II 45. 10 App.] ἀέρα γεννᾶν. ὅθεν ἡ μὲν ὑπὸ τοῦ ἀέρος, ὁ δὲ ὑπὸ τῆς τοῦ πυρὸς περιφορᾶς κρατεῖται. γεννᾶσθαι δέ φησι τὰ ζῶια ἐκ θερμῆς τῆς γῆς καὶ ἰλὺν παραπλησίαν γάλακτι οἷον τροφὴν ἀνιείσης˙ οὕτω δὴ καὶ τοὺς ἀνθρώπους ποιῆσαι. πρῶτος δὲ εἶπε φωνῆς γένεσιν τὴν τοῦ ἀέρος πλῆξιν. τὴν δὲ θάλατταν ἐν τοῖς κοίλοις διὰ τῆς γῆς ἠθουμένην συνεστάναι. μέγιστον τῶν ἄστρων τὸν ἥλιον, καὶ τὸ πᾶν [II 45. 15 App.] ἄπειρον.

γεγόνασι δὲ καὶ ἄλλοι τρεῖς Ἀρχέλαοι˙ ὁ χωρογράφος τῆς ὑπὸ Ἀλεξάνδρου πατηθείσης γῆς, ὁ τὰ Ἰδιοφυῆ ποιήσας, ἄλλος τεχνογράφος ῥήτωρ.